L’ATLETA IN GRAVIDANZA: UNA GARA ALTERNATIVA

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Quando l’atleta sta per diventare mamma.

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IL CORPO CHE CAMBIA: OBIETTIVI DIVERSI

Come da definizione del dizionario, l’atleta è: “Persona impegnata assiduamente o con intenti agonistici in attività sportive.” 

L’atleta è colei che investe tempo, sforzi, denaro, scende a compromessi, mette alla prova relazioni(amicali e amorose) e porta agli estremi il proprio fisico, per dare il meglio di sé ed essere sempre prestante. 

La mente dell’atleta ha straordinarie abilità di adattamento a situazioni stressanti, di immaginazione, di attenzione, di ragionamento e di comprensione. 

Tutte queste ammirabili caratteristiche possono giocare a favore o contro durante la dolce attesa. A favore, perché il suo fisico e la sua mente saranno già abituati a “cambi di percorso”, contro perché a volte la mente non vuole accettare di dover “modificare il percorso”.

La gravidanza è un momento di accettazione: la donna deve imparare ad accettare il corpo che cambia e quando si tratta del corpo di un’ atleta, essa deve accettare e comprendere che per 9 mesi gli obiettivi saranno diversi, ma ciò non vuol dire che per quei 9 mesi non potrà continuare ad essere un’atleta, anzi lo sarà con una marcia in più.

COME CAMBIA L’ALLENAMENTO

Quando un’ atleta si prepara per un evento importante, sa benissimo su cosa deve lavorare per fare il meglio di se.

Lo stesso vale per la gravidanza: i 9 mesi di gestazione serviranno per prepararsi ad un evento speciale, alla gara più impegnativa, stancante e più bella di sempre. L’intensità degli allenamenti dovrà regredire progressivamente, per permettere alla futura mamma e al feto di progredire in sicurezza. La frequenza degli allenamenti potrà essere pressoché uguale, apportando alcune modifiche ed inserendo tempi di recupero più lunghi. I carichi di lavoro, come ad esempio i pesi utilizzati negli allenamenti in palestra, dovranno diminuire, per non andare a creare ulteriore stress ed instabilità sulle articolazioni e quindi non rischiare di infortunarsi.

L’ideale sarebbe programmare gli allenamenti per ogni trimestre, andando a sfruttare al meglio il tempo a disposizione. 

Durante i primi mesi, è bene dare molta importanza al CORE; praticare la respirazione diaframmatica, andando ad attivare i muscoli del pavimento pelvico, oltre al trasverso dell’addome e al muscolo multifido, sarà utile durante tutta la durata della gravidanza, il parto e il post.

Come ben sappiamo ogni gravidanza è a sé, e gli allenamenti del primo trimestre dovranno essere ben studiati in base a come ci si sente; se è vero che esternamente i cambiamenti sono ancora pochi, nei primi mesi i cambiamenti ormonali iniziano a farsi sentire. Ad esempio un aumento nei livelli del progesterone e dell’estrogeno potrebbe causare le famose nausee mattutine, il ché, in casi più gravi, potrebbe limitare o addirittura rendere impossibili gli allenamenti. 

Durante questo trimestre l’intensità degli allenamenti andrà modellata in base a come si sentirà l’atleta.

Il secondo trimestre è solitamente caratterizzato da un aumento di energia; gli allenamenti saranno più gradevoli e si avrà la sensazione di miglioramento delle prestazioni. Alcuni esercizi dovranno essere adattati al corpo che si trasforma: è bene ridurre gli esercizi in posizione supina, che dovranno essere svolti mettendo un rialzo(es. cuscino) sotto la testa e spalle e,  cercare di non aumentare la pressione sul ventre. Gli esercizi per il CORE però non dovranno mancare: incorporate nella routine esercizi che vadano ad allenare quest’ultimo, per essere forte e tonico.

Si noterà un aumento di mobilità nelle articolazioni, dovuta all’aumento dell’ormone relaxina; essa dovrà essere presa in considerazione nell’applicazione degli esercizi dove si potrebbe incorrere in un instabilità dell’articolazione stessa, e quindi causare un possibile infortunio.

L’intensità degli allenamenti potrà essere mantenuta alta, facendo attenzione ai valori di idratazione, ipoglicemia e termoregolazione.

In merito all’intensità, la frequenza cardiaca non potrà essere considerata un parametro attendibile, in quanto sarà naturalmente più elevata di una donna non incinta. Piuttosto, si potrà utilizzare la Scala di Borg o il Talk Test, ovvero “se puoi cantare accelera, se non puoi parlare rallenta”.

Il terzo trimestre è un pò come il traguardo finale di una gara: si intravede l’arrivo e si è consapevoli che bisogna dare il meglio per ottenere il miglior risultato.
I centimetri che aumentano sul ventre potrebbero limitare alcuni movimenti; lo spostamento in avanti del bacino andrà a modificare il centro di gravità del corpo, compromettendone l’equilibrio, e quindi bisognerà adattare ulteriormente gli esercizi. La frequenza degli allenamenti potrà rimanere la stessa, ma sarà l’intensità che andrà modificata. Prendersi pause più lunghe, concentrarsi su esercizi di allungamento, mobilità e respirazione saranno la base degli allenamenti. 

CONCLUSIONE

In conclusione, la sfida più grande per l’atleta sarà la modificazione del “mindset”: accettare che gli allenamenti saranno diversi e con obiettivi ben precisi, tenendo sempre presente che il suo benessere psico-fisico e quello del feto dovranno sempre essere in primo piano.

O

Cosa dice l’Osteopata

VERONICA LUMETTA

Molto bello questo paragone della gravidanza come una preparazione ad una gara agonistica. In effetti sembra essere davvero così, ma l’aspetto curioso della situazione é che di fronte a questa gara siamo tutti principianti e in quanto tali non c è chi si è allenato più di un altro e non c è chi salirà sul podio e chi no, perché tutte riceveranno la medaglia finale.

Osteopaticamente il buon Still (il padre dell’osteopatia) diceva: 

  • “ la vita è movimento”
  • “Il movimento è vita” 

Va da sè che la valutazione del movimento è fondamentale per conoscere la qualità della vita. E il movimento avviene se il corpo è in salute.  Ogni donna è una grandissima atleta di fronte a questa gara. E bisogna prepararla bene anche psicologicamente ancora prima di partecipare.

GAIA GRAZIANO

La parte più complessa di tutto il passaggio forse è proprio l’accettazione di un cambiamento corporeo. Per ogni donna sportiva, agonista o non, rallentare laddove prima i tempi e ritmi erano ottimi diventa a volte difficile, ma comprensibile per la nuova vita che si porta dentro quella donna.

Cambiare il tipo di lavoro ed esercizi può aiutare ad ampliare il proprio bagaglio esperienziale e diventa così la nuova sfida: raggiungere il parto in ottima forma e permettere al corpo anche di riprendersi nel post parto, quando l’organismo della donna cambierà ancora una volta sentendosi “svuotato” improvvisamente del bimbo che c’era prima. 

Ci saranno accorgimenti importantissimi da seguire: dalle posizioni corrette per fare ginnastica, alle sensazioni che la donna sente durante il percorso gestazionale. Farsi aiutare da professionisti nel campo sarà dunque importantissimo!

M

Cosa dice la Mam to Mam

Esperienza di Mamma

Fin da quando ho scoperto di essere incinta per me la gravidanza è stato un passaggio naturale. Sono abituata dagli anni di sport ad avere percezione del mio corpo e il fatto che si stesse modificando per accogliere una nuova vita è stato una delle tante trasformazioni a cui è abituato. Il corpo umano si adatta alle nuove condizioni, che siano una nuova sfida sportiva o una gravidanza. Io ho lasciato che si adattasse e ho ascoltato cosa mi chiedeva. Continuare a correre per me è stato naturale, così come adattare i miei allenamenti alla nuova condizione del mio corpo e alla nuova vita che si stava sviluppando. Abbiamo attuato un gioco di squadra, il mio bambino ed io. Noi siamo una squadra.

@runningcharlotte

Ogni professionista di True story Mam esprime il proprio punto di vista, ma la coppia mamma-bambino è unica. Mamme fate le giuste considerazioni, non siete mai inadeguate.

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