COME VEDE IL MIO BAMBINO? LO SVILUPPO DELLA VISTA NEI BAMBINI
Lo sviluppo della funzione visiva nel bambino
INTRODUZIONE
La vista è il senso che fornisce al nostro cervello circa il 90% delle informazioni relative al mondo esterno. Ci permette quindi di ricevere informazioni per conoscere la realtà e il modo che circonda. E’ inoltre di fondamentale importanza nelle relazioni sociali, ed in particolar modo, nella relazione genitore-neonato nei primi mesi di vita.
La vista riveste un aspetto sensoriale. Quando parliamo invece di funzione visiva o visione, facciamo riferimento all’insieme di strutture che compongono il sistema di integrazione occhio-cervello. La visione è la capacità di capire ciò che vediamo, ovvero la capacità di ricevere le informazioni visive, elaborarle, e attribuire loro un significato. Vediamo quindi come un corretto sviluppo del sistema visivo e della percezione visiva, siano strettamente correlati con lo sviluppo motorio, cognitivo, linguistico e socio-affettivo.
IN UTERO
Il senso della vista è l’ultimo che si sviluppa durante la gestazione. La struttura anatomica dell’occhio inizia a svilupparsi a partire dalla 7° settimana di gravidanza ma il feto aprirà gli occhi solo verso la 26°. L’utero è un ambiente soffuso, poco luminoso e in più la vista non interviene, durante la gravidanza, nella relazione madre/padre-bambino, cosa che invece diverrà parte integrante della relazione dopo la nascita. E’ comunque chiaro che il feto reagisce agli stimoli luminosi già in utero (se si indirizza un fascio di luce forte sulla pancia reagisce con sobbalzi o movimenti), ma non compie vere e proprie esperienze visive.
ALLA NASCITA
Appena nato il bambino coglie il contrasto tra zone chiare e zone d’ombra ma non è ancora capace di controllare i movimenti degli occhi e non riesce a mettere a fuoco il mondo attorno a sé. Riesce a percepire forti contrasti come il bianco/nero e il rosso/verde se sono posti a una distanza non superiore ai 20-25 cm da lui. Alla luce forte il bambino ammicca e lo sguardo può essere attratto dal movimento di una luce debole. Verso 2-3 settimane dalla nascita inizia a coordinare in parte i movimenti degli occhi e inizia a mettere a fuoco anche oggetti se posti sempre a una distanza di circa 20-25 cm. Tutto ciò che è più lontano viene percepito in modo sfocato. Il bambino in questa fase non è ancora in grado di percepire i colori e la sua visione è in bianco e nero. Il campo visivo è ristretto e quindi percepisce una porzione ridotta di ciò che lo circonda.
In questa fase e per la crescita far visualizzare le immagini ad alto contrasto ai bambini può essere una prima attività di gioco.
Conosci le immagini ad alto contrasto?
A 1 – 2 MESI
Il bambino diventa capace di fissare un oggetto preciso e riesce a seguire, per poco tempo, un oggetto che si sposta lentamente nello spazio in orizzontale e verticale (sempre a 20-25 cm). Questa capacità di mantenere la fissazione su un oggetto (es. il volto della mamma) con lenti spostamenti, diventa più durevole tra il 1° e il 2° mese. Il bambino coglie i contorni del viso deI genitore e inizia a sorridere. Inizia ad acquisire il riflesso di chiusura palpebrale alla minaccia (chiude gli occhi se percepisce un pericolo che si avvicina). Il campo visivo si amplia e il bambino percepisce porzioni di spazio più ampie.
Conosci le figure ad alto contrasto?
A 3 MESI
In questa fase il bambino riconosce il volto della madre e ha una sensibilità al contrasto simile all’adulto. Inizia a svilupparsi la convergenza (quando un oggetto si avvicina gli occhi ruotano verso l’interno) e migliora la messa a fuoco per oggetti un po’ più distanti. Parallelamente il bambino ha acquisito maggior controllo dei muscoli del collo, e inizia ad abbinare i movimenti della testa con quelli degli occhi per seguire un oggetto che si sposta (es. la mamma). Inizia a vedere i colori ed è affascinato soprattutto dalle tinte forti e dai contrasti di luce intensa.
Conosci le figure ad alto contrasto?
A 4 MESI
Inizia a definirsi la coordinazione oculo – manuale e quindi il bambino inizia ad integrare il movimento degli occhi con quello delle mani per afferrare oggetti o toccare superfici che osserva. Inizia a vedere con entrambi gli occhi (visione binoculare) e a fondere insieme ciò che ogni occhio vede separatamente percependo un’unica immagine.
TRA 5 E 6 MESI
Migliora ulteriormente la coordinazione tra occhio e mano. Il bambino adesso vede fino ad alcuni metri di distanza ed è in grado di fissare bene oggetti lontani, anche se non riesce ancora bene a mettere a fuoco oggetti in movimento. L’acuità visiva è già oltre i 2/10. Coordina abbastanza bene i movimenti dei muscoli degli occhi e, di solito, non è più riscontrabile lo strabismo. Distingue diversi colori ed è in grado di riconoscere il volto della mamma tra molti.
TRA 7 E 11 MESI
Il bambino ha un’acuità visiva di circa 5/10. Riesce a fissare bene gli oggetti e a distinguere particolari anche piccoli. Cerca di afferrare oggetti anche al di fuori della sua portata. Verso i 10-11 mesi viene raggiunta la visione tridimensionale: il bambino percepisce la profondità e se ha un oggetto davanti cerca di afferrarlo.
DA 1 A 2 ANNI
Si osserva un costante miglioramento dei movimenti di fissazione e inseguimento degli oggetti e delle persone nello spazio, così come della capacità di convergenza e di messa a fuoco. Il bambino vede circa 6/10 e il campo visivo ha le stesse dimensioni di quelle dell’ adulto, ovvero percepisce bene tutto lo spazio intorno a sé senza limitazioni.
A 3 ANNI
Il bambino ha un’acuità visiva di circa 7-8/10. Riconosce tutti i colori e molte forme. E’ in grado di appaiare forme uguali. Le linee guida consigliano di effettuare la prima visita oculistica e ortottica entro i 3 anni.
A 4-5 ANNI
L’acuità visiva raggiunge i 10/10 e raggiunge la completa maturazione la stereopsi, ovvero la percezione della profondità e della tridimensionalità.
A 8 ANNI
Lo sviluppo della funzione visiva può considerarsi terminato.
CONCLUSIONI
Abbiamo dunque visto come la funzione visiva si sviluppi gradualmente dalla nascita in poi e come sia strettamente correlata con la maturazione del sistema motorio, cognitivo, linguistico e affettivo. L’interazione visiva è una delle prime modalità di scambio relazionale tra il bambino e i genitori, e inoltre un importantissimo mediatore della socialità (pensiamo alla lettura delle espressioni facciali dell’altro come mezzo di autoregolazione o, nei primi mesi quando ancora non c’è la permanenza dell’oggetto, alla funzione di rassicurazione e consolazione per il bambino che riesce a vedere la mamma), media la conoscenza degli oggetti e dell’ambiente che ci circonda permettendoci di dare un significato integrando ciò che vediamo con tutti gli altri sistemi, ci permette di creare le prime esperienze comunicative attraverso la lettura dei gesti e a dare etichette verbali agli oggetti che vediamo poi, supporta lo sviluppo delle acquisizioni motorie con la conoscenza del proprio corpo prima, la conoscenza dello spazio poi, la coordinazione occhio-mano, la percezione della profondità e dei rapporti spaziali… Insomma, la funzione visiva si integra con le altre per permettere uno sviluppo armonico e per questo è importante fornire stimoli visivi adeguati in base al livello di maturazione del bambino.
Fonti:
www.sedesoi.com (Società oftalmologica italiana)
www.aiorao.it (Associazione Italiana Ortottisti assistenti in oftalmologia)
www.ortottica.org (Società mediterranea di ortottica)
www.sip.it (Società Italiana di Pediatria)
Cosa dice la Pediatra
MARTINA LUPARIA
Non sempre è facile accorgersi di possibili problemi di vista nei nostri bambini. Campanelli d’allarme sono un mal di testa frequente, strizzamenti o arrossamenti oculari fino a comparsa di tic oculari (tutte manifestazioni di uno sforzo eccessivo nel mettere a fuoco), la necessità di avvicinarsi molto al televisore o agli oggetti (es. al foglio di carta mentre fanno un disegno) oppure un calo del rendimento scolastico (dato dalla difficoltà a seguire le lezioni alla lavagna). Alcune volte i genitori possono notare asimmetrie dei movimenti degli occhi, ad esempio un lieve strabismo.
In alcune situazioni i deficit visivi possono essere del tutto asintomatici, con una conseguente diagnosi troppo tardiva (è il caso per esempio dell’ambliopia). Per tale motivo una visita oculistica è indicata in tutti i bimbi all’età di 3 anni circa, anche in assenza di sintomatologia o problematiche visive. In caso di familiarità per deficit visivi (presenza nei genitori o in altri familiari stretti di problematiche della vista) è bene parlarne con il proprio pediatra, che valuterà la necessità di anticipare la prima visita oculistica.