COSA FARE IN CASO DI FEBBRE DEL BAMBINO?
Informazioni importanti per la corretta gestione della febbre del bambino
COS’È
La febbre NON è una malattia, bensì la reazione di difesa dell’organismo ad un agente infettivo. Quando c’è un’infezione nel corpo, il nostro sistema immunitario reagisce attivandosi e tra le varie azioni vi è un incremento della temperatura centrale, questo perché una temperatura più alta contrasta la replicazione e l’attività dei micro-organismi (virus e batteri), contribuendo a combattere l’infezione.
La febbre quindi in realtà è utile all’organismo e ci sono studi che evidenziano come l’utilizzo di farmaci antipiretici durante una malattia infettiva ne prolunghi la durata.
I bambini vanno incontro a numerosi episodi febbrili durante la prima infanzia, soprattutto se frequentano il Nido o la scuola materna, perché il loro sistema immunitario è ancora “nuovo” e non ha ancora incontrato molti micro-organismi. Ogni episodio febbrile contribuisce alla maturazione del sistema immunitario e alla creazione di anticorpi, e col passare degli anni le febbri diminuiscono.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce normale una temperatura corporea compresa tra 36.5 e 37.5°C, pertanto si parla di febbre con una temperatura > 37.5° (misurata esternamente). Nella pratica clinica è consuetudine chiamare febbre una temperatura > 38°C, e febbricola se < 38°C. Bisogna anche ricordarsi che oscillazioni della temperatura corporea nel corso della giornata, con valori più alti nel pomeriggio, sono del tutto fisiologiche.
COME SI MISURA
Il modo più sicuro per misurare la febbre è quello di utilizzare un termometro elettronico a bulbo sotto l’ascella. Il termometro auricolare è raccomandato solo dopo il primo mese di vita e in mani esperte (medici e infermieri). La misurazione rettale della temperatura corporea non dovrebbe essere impiegata di routine, soprattutto nei bimbi più piccoli, in quanto fastidiosa e invasiva.
I vecchi termometri a mercurio sono ovviamente non indicati, per il rischio tossico in caso di rottura.
COSA FARE
- favorire una adeguata idratazione con acqua o liquidi graditi in quanto la febbre (soprattutto se alta e prolungata) provoca disidratazione;
- non vestire il bimbo eccessivamente;
- non forzarlo a mangiare se non ne ha voglia;
- favorire il riposo e la tranquillità;
- le spugnature con acqua o ghiaccio sul corpo non sono indicate (sono utili solo in caso di “colpo di calore”, che è un’altra situazione).
QUALI FARMACI
Il concetto importante è che non è obbligatorio somministrare un farmaco antipiretico per abbassare la febbre, ma può essere utile all’unico scopo di ridurre il malessere del bambino. La decisione di utilizzo o meno del farmaco deve essere presa sulla base quindi delle condizioni del bambino e di quanto la febbre lo infastidisca (mal di testa, stanchezza, irritabilità, ecc…), e non sulla base del valore di temperatura mostrato sul termometro.
I principali farmaci per la febbre sono il paracetamolo e l’ibuprofene. Prima della somministrazione è importante sapere con precisione il dosaggio (sempre relativo al peso corporeo) e la posologia, in quanto entrambi i farmaci possono dare degli effetti collaterali anche gravi da sovradosaggio. E’ altresì importante non sottodosarli in quanto non avrebbero l’effetto desiderato con la necessità di una nuova somministrazione ravvicinata.
Altre cose da sapere:
- la via di somministrazione preferibile è quella orale;
- la via di somministrazione rettale è da utilizzare SOLO in caso di impossibilità all’assunzione orale (es. vomito), in quanto presenta un assorbimento non regolare ed è più difficile dosare con precisione il farmaco (le supposte sono disponibili solo in alcuni dosaggi che potrebbero non essere quelli ottimali per il proprio bambino);
- non è consigliabile l’utilizzo combinato o alternato di entrambi i farmaci durante l’episodio febbrile per un maggior rischio di effetti collaterali e una possibile minore efficacia;
- l’ibuprofene è da assumere sempre a stomaco pieno e presenta delle controindicazioni (ad esempio in caso di varicella), l’eventuale suo utilizzo è quindi da decidere insieme al pediatra.
QUANDO ANDARE DAL PEDIATRA
- sempre e subito in caso di febbre in un lattante < 3 mesi di vita (perchè il rischio che la febbre sia il segno di un’infezione severa è più alto);
- sempre e subito in caso di febbre alta (> 39°C) in un lattante < 6 mesi di vita;
- sintomi associati preoccupanti, ovvero eccessiva irritabilità, eccessiva sonnolenza e difficoltà al risveglio, pianto flebile, cefalea molto intensa o rigidità nucale, segni di difficoltà respiratoria, colorito molto pallido o cianotico;
- febbre in bambini immunodepressi o con patologie croniche importanti;
- febbre che persiste oltre le 48-72 ore.
In generale il rischio di malattia severa associata alla febbre è correlato più al quadro clinico che al valore di temperatura corporea. Un bambino con febbre anche alta che rimane in buone condizioni generali, che gioca ed è attivo, o che torna ad essere attivo tra una puntata febbrile e l’altra, desta poca preoccupazione. Al contrario un bambino molto provato e molto sofferente durante l’episodio febbrile merita una valutazione medica precoce.
La febbre provoca una maggiore traspirazione e talvolta anche una vera e propria sudorazione, con notevole perdita di liquidi. Pertanto prestare attenzione alla disidratazione è molto importante. Consideriamo che i bimbi quando hanno la febbre, sono spesso spossati e dormono di più, quindi potrebbero non riuscire a manifestare chiaramente la sete. Inoltre se perdono l’appetito potrebbero ridurre notevolmente anche l’acqua normalmente assunta nelle poppate o con gli alimenti. Ecco perché è fondamentale proporre molto più spesso il seno (se lattanti), o acqua a piccoli sorsi (negli altri casi). Se si è già nella fase di alimentazione complementare e si è già introdotta la frutta, oltre all’acqua si può proporre frutta fresca di stagione, in piccoli pezzi, cremosa, frullata, o una spremuta di arancia. In questo modo, oltre all’idratazione si offrono vitamine, sali e zuccheri che sostengono le risposte dell’organismo nei confronti di ciò che ha causato la febbre.
Per la mamma ed il papà, specie alle prime armi come genitori, spesso qualche linea di febbre desta preoccupazione.
Per non parlare di quando la febbre diventa alta e si ha difficoltà ad abbassarla.
Purtroppo per noi, il sorgere di situazioni febbrili, che frequentemente sono segnali di allarme rispetto ad infezioni virus etc…, avviene in momenti imprevedibili della nostra vita quotidiana familiare ,ad es. la sera,la notte,il week end, quando si è lontani dai nostri figli, durante i giorni di festa.
Ecco che proprio in questi momenti di panico, quando abbiamo necessità di ricevere assistenza immediata, non sempre, il nostro pediatra di riferimento è reperibile, per questa ragione diventa utile avere una polizza di assistenza sanitaria!
Con questo tipo di prodotto assicurativo le famiglie possono avvalersi h24, 7 giorni su 7, di un sostegno concreto di medici pediatri pronti a supportarci con la valutazione dei sintomi in tempo reale al telefono o in videochiamata , visita a domicilio, di servizio di reperimento e consegna di farmaci a domicilio e tanto altro ancora!
Un grande sollievo per mamma e papà avendo la consapevolezza che qualsiasi cosa accada, anche un pò di febbre, sanno di poter contare SEMPRE su figure professionali specifiche a propria disposizione che hanno come scopo quello di curare e soccorrere chi ne ha bisogno.
Cosa dice la Mam to Mam
Esperienza di Mamma
Da mamma posso dire che la febbre é uno degli eventi che desta più preoccupazione in assoluto:
- che cosa avrà?
- cosa devo fare?
- quando dovrò dare il paracetamolo?
- sarà un colpo di febbre o un virus?
- ecc…
È molto difficile quindi per noi seguire strettamente i consigli dei pediatri e dare medicine solo ed esclusivamente quando necessario. La cosa che mi ha aiutata di più in questo primo periodo da mamma é stato pensare che la febbre non é una malattia, bensì una difesa dell’organismo e quindi riflettere sull’efficacia di questo strumento naturale del nostro organismo a disposizione. Inoltre un altro effetto rassicurante a disposizione potrebbe essere la disponibilità 24h/24h e 7/7 giorni di un’assicurazione sanitaria complementare a disposizione che permetta anche solo psicologicamente al genitore di sentirsi al sicuro e poter avere un professionista a disposizione in qualsiasi momento.