DAD – DIDATTICA A DISTANZA
Si scrive DAD ma si legge MAM.
Scrivo questo articolo come madre e come attivista in Priorità alla Scuola, oltre che come donna femminista che lavora con le famiglie e per le famiglie.
È passato un anno da che i nostri ragazzi hanno iniziato la Didattica a Distanza.
Se in un primo momento di questa emergenza sanitaria la Dad ci pareva una benedizione per non far del tutto perdere ai nostri figli formazione e relazioni, oggi siamo in moltissimi concordi nel definire la Dad come un fallimento.
IN FRANCIA
Il Ministro dell’educazione Francese oggi (22 marzo) ha dichiarato:””la fermeture des écoles n’est en aucun cas le remède miracle pour vaincre l’épidémie. En revanche, quand vous fermez les écoles vous êtes sûr de créer des dégâts pour le futur qui sont considérables.”
Tradotto: “La chiusura della scuola non è in nessun caso il rimedio miracoloso per vincere l’epidemia. Al contrario, quando chiudete le scuole, siete sicuri di creare dei danni rilevanti per il futuro.”
La Francia è al terzo lockdown ma tutte le scuole sono aperte.
In italia, abbiamo tenuto aperto tutto chiudendo le scuole, è un fatto politico quindi, e non di sicurezza, a questo punto è evidente.
LE CONSUEGUENZE SUGLI STUDENTI
Si stima che in Italia circa l’8% degli studenti è rimasto escluso da una qualsiasi forma di didattica a distanza, quota che sale al 23% tra i disabili. Save the children ha stimato che circa 1,3 milioni di ragazzi vive in povertà assoluta, uno stato economico che si riflette sulla povertà educativa.
La salute mentale dei ragazzi sta avendo gravissime ripercussioni, arrivano moniti giornalieri rispetto all’esaurimento di posti nelle neuropsichiatrie infantili: aumento dei disturbi alimentari, autolesionismo, tentati suicidi, ansia e affaticamento mentale.
Si sta combattendo un’epidemia che colpisce gravemente le persone con più di sessant’anni facendo ammalare altrettanto seriamente una intera generazione di giovani ed adolescenti, il nostro futuro.
Il mondo adulto politico non ha messo al centro delle scelte politiche i bisogni dei più giovani, contravvenendo gravemente ad un patto sociale sempre esistito.
LE CONSEGUENZE SULLE FAMIGLIE: LE MADRI
La DAD non solo ha catastrofiche ripercussioni sugli studenti ma anche sulle famiglie, ed in particolare sulle madri, che sono quelle che più frequentemente si occupano della gestione dei figli e domestica.
Sono 99 mila le donne che da inizio pandemia hanno perso il lavoro.
Le incertezze e le difficoltà create dal diffondersi del virus rischiano di aggravare ulteriormente una situazione, già critica, come quella relativa all’occupazione femminile. Un dato su tutti, in un anno, oltre 37.000 neomamme lavoratrici hanno rassegnato le dimissioni dal proprio posto di lavoro. La motivazione più ricorrente è la difficoltà nel conciliare gli impegni lavorativi con la necessità di dover accudire i figli, in particolar modo i più piccoli. Una recente ricerca dell’Università Bicocca di Milano che ha segnalato che, causa le condizioni create dal Covid-19, una mamma su tre pensa di lasciare il posto di lavoro se continuerà la didattica a distanza.
Circa il 65% delle madri ritiene infatti che la didattica a distanza non sia compatibile con il lavoro. Durante il lockdown le mamme dedicavano in media 4 ore al giorno ad aiutare i figli, sostituendosi al ruolo educativo delle scuole.
In pratica un secondo lavoro part-time quello generato dalla DAD, che si somma a quello vero che, in modalità di smart-working, ha l’aggravante di annullare i confini tra la vita privata e quella lavorativa.
SALUTE MENTALE VS SALUTE DEL CORPO
Non si può continuare a contrapporre la salute del corpo a quella mentale o sociale, la salute è unica, lo dice l’OMS dal 1948. La salute non solo di tutela, ma si genera.
Togliere ai ragazzi la scuola, lo sport, la possibilità di incontrarsi per una passeggiata è profondamente disumano. Pensate a un ragazzo o una ragazza dai 12 ai 18 anni che ha fatto pochissimi giorni di scuola in presenza: in pratica ha vissuto agli arresti domiciliari, chiuso nella sua stanza, quando ne ha una, senza nemmeno la colpa di essere untore.
Questa situazione non è più umanamente sostenibile, Riaprite le Scuole!
Per chi avesse dei dubbi sulla non pericolosità delle scuole come luogo elettivo per i contagi consiglio la lettura del paper di Gandini accettato su “The lancet Regional Health -Europe”.
UNA POESIA di BRUNO TOGNOLINI
A casa io gioco
A scuola io faccio
A casa è il mio fuoco
A scuola è l’abbraccio
A casa c’è Mamma
A scuola Maestra
A casa TV
A SCUOLA FINESTRA
A casa io sono
A scuola divento
A casa c’è sole
A scuola c’è vento
A casa io chiedo
A scuola rispondo
A casa c’è il nido
A scuola c’è il mondo
di Bruno Tognolini
L’uomo è un essere sociale.
La DAD si sta rivelando sicuramente uno strumento di innovazione tecnologica indispensabile per colmare la distanza imposta dalla pandemia. Indispensabile ma non sufficiente per colmare il vuoto relazionale che questo periodo di crisi sta comportando. La relazione umana ha bisogno di contatto, di condivisione, di spazi da poter esplorare insieme.
I deficit dell’attenzione sono in aumento, le fobie sociali anche, per non parlare dell’ansia da prestazione nello studio. La distanza fisica sembra direttamente proporzionale al carico di lavoro assegnato ai ragazzi. Alternative? Chi può dirlo?Sì potrebbe forse cercare di stare al passo con i tempi grigi cercando di tutelare non solo la salute fisica, quanto anche e soprattutto quella psicologica e relazionale? Ricordandoci che siamo nati e cresciuti in società e ciò cui stiamo andando incontro è uno sradicamento identitario. O addirittura l’impossibilità di sviluppare, per i più giovani, un’identità solida,che va costruendosi attraverso il confronto con l’altro. Non un confronto mediato da schermi, ma un confronto diretto.
Sono mamma di tre e maestra di 27 piccoli bambini.
Certamente in un momento così complicato la DAD si pone come piccola soluzione di continuità. Come lo smart working la DAD è vista dall’esterno come qualcosa di innovativo e salvifico ma non appena la si prova dal vivo si comprende quanto sia inadeguata e inadatta a qualsiasi età, per qualsiasi argomento.
La vita a scuola è una finestra sul mondo, ci sono sguardi, ci sono gli altri, c’è un luogo pensato… tanti aspetti della vita scolastica sono insostituibili ma uno più di tutti manca davanti ad uno schermo ed è la relazione.
I bambini che fanno DAD sono davanti a uno schermo piatto e sono soli, viene chiesto ai genitori (dalle elementari in poi) di lasciarli il più possibile “tranquilli”, ma sono davanti a mezzi che non padroneggiano e ciò che spesso emerge è il senso di solitudine e la percezione di non essere adatti né idonei. Ciò porterà inevitabili conseguenze negative sullo sviluppo psicologico e sulle capacità relazionali.
Purtroppo, per quello che ho potuto sperimentare la DAD porta con sé poca didattica e tanta distanza.