I BENEFICI DI ALLATTARE DI NOTTE

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L’allattamento notturno è un momento faticoso per la mamma, ma c’è un vantaggio: di notte il livello di prolattina aumenta.

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COS’È LA PROLATTINA E COSA LA PRODUCE
a cura di BARBARA CAIULO

La prolattina è l’ormone addetto alla produzione del latte.

È rilasciata dalla porzione anteriore dell’ipofisi e agisce sulle cellule secretorie, i latociti, che formano l’alveolo

Nelle ultime settimane di gravidanza e appena dopo il parto i livelli di prolattina sono elevati per poi diminuire nelle settimane successive.

Ogni volta che il bambino si attacca al seno e succhia il latte i livelli di prolattina tornano a crescere nel sangue.

Questo spiega il motivo per cui la produzione del latte dipenda dalla legge della domanda e dell’offerta per cui poppate frequenti ed efficaci mantengono alta la produzione di latte.

Sono tre le condizioni che favoriscono l’ aumento di produzione di prolattina: 

  • il sonno, non solo di notte, questo accade quindi anche in quelle donne che fanno dei sonnellini durante la giornata
  • l’allattamento al seno
  • vicinanza del vostro bambino

Quando quindi il vostro bimbo si sveglierà di notte, pensate che questo vi aiuterà a produrre più latte per lui.

Il lavoro della prolattina è agevolato dal riposo e dall’assenza di luce, questo spiega anche perché la notte il bambino succhi volentieri e di mattina la madre abbia l’impressione di “avere più latte”

l’allattamento notturno è un ottima strategia da suggerire anche nei casi in cui ci sia il bisogno di aiutare il bambino ad aumentare di peso o ad incrementare la produzione di latte.

La prolattina aiuta anche mamma e bambino a riaddormentarsi più facilmente grazie al suo effetto rilassante, la composizione del latte materno varia dal giorno alla notte, facilitando l’assunzione del ritmo circadiano, ed è noto come durante la notte sia contenuta una maggior quantità di triptofano, precursore della melatonina.

Purtroppo la cultura odierna, che spinge all’autonomia ed incoraggia un comportamento distale nella crescita dei figli, giudica l’allattamento notturno ed i risvegli del bambino come qualcosa non solo di poco auspicabile ma addirittura anormale.

Un “bravo bambino” dorme tutta la notte, ed il fatto che è “abituato” (viziato) dal seno non lo fa riposare bene… Nessuna affermazione potrebbe essere scientificamente meno corretta!

L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE
a cura di BARBARA DURAND

Quando i nostri antenati si spostarono dalla posizione a quattro zampe a quella su due gambe (bipedalismo), le aperture pelviche divennero più piccole per accogliere questo cambiamento.

Gli esseri umani si sono evoluti per avere il cervello più grande di qualsiasi primate, quindi con questo cambiamento, i neonati avevano bisogno di nascere “prima” – in parte a causa della necessità di passare attraverso il canale del parto ed in parte a causa dell’incapacità della placenta di sostenere tale enorme crescita cerebrale. 

Il risultato è che i neonati umani sono di gran lunga i più indifesi alla nascita di qualsiasi animale e richiedono costante nutrimento, vicinanza e cura per i primi mesi di vita. 

Altre prove per questo provengono dallo studio della composizione del latte materno stesso. Nidificano o nascondono le specie animali che hanno latte ad alto contenuto di grassi e proteine e povero di carboidrati, consentendo alla madre di lasciare la sua prole per lunghi periodi. Il latte delle specie ad alto contatto / trasporto / condivisione del sonno, inclusa la specie umana,è di composizione opposta, e richiede un’alimentazione molto frequente. 

Dr. McKenna e il Dr. Lee Gettler propongono il concetto di breastsleeping, sonno ed allattamento si condizionano a vicenda.

McKenna ha scoperto che le diadi che dormono insieme sincronizzano il loro respiro, i cicli di sonno ed i risvegli. I bambini allattati al seno mantengono temperature corporee più elevate e si attaccano al seno il doppio o il triplo del numero di volte durante la notte rispetto ai neonati che dorme in modo solitario. Sia l’aumento dei risvegli notturni sia l’allattamento al seno proteggono dalla sindrome della morte improvvisa infantile.

LA CICLICITÀ DEL SONNO
a cura di BARBARA DURAND

In generale il sonno è caratterizzato da una ciclicità, da vari stadi che si ripetono più volte.
Questo viene da Rechtsschaffeen e Kales (1968- A Manual of Standardized Terminology, Techniques and Scoring System for Sleep of Human Subjects)  classificato in  5 stadi: 4 stadi NON REM che si contraddistinguono in base al grado di profondità (1-2-3-4) ed 1 REM.
Tali stadi variano dalla nascita all’età adulta; alla nascita infatti il sonno REM e NON REM sono quasi sovrapponibili, ma poi la fase REM decresce; solo verso i 3/5 anni si struttura attraverso il fisiologico processo maturativo, la possibilità di avere un sonno continuativo. Tutti i risvegli tanto odiati dai genitori sono necessari ad acquisire ritmi di crescita fisiologica, è così che si allenano le proprie cellule nervose.
La sincronizzazione delle fasi del sonno fanno si che la madre sebbene abbia frequenti risvegli si riaddormenti  subito nella fase REM.

LA RELAZIONE TRA SONNO ED ALLATTAMENTO
a cura di BARBARA DURAND

Sonno ed allattamento sono quindi due facce della stessa medaglia 

Mamma e piccolo hanno le fasi del sonno sincronizzate, ciò significa che la mamma è equipaggiata per gestire i risvegli notturni e le poppate , quello che la mamma necessita è sostegno e riposo (non solo di notte!) La sincronia del sonno fra loro è mantenuta dalla fase REM, quella in cui si sogna, che a sua volta è mantenuta in sincronia dall’Ossitocina che induce la fase REM sia nella mamma che nel bambino DURANTE l’allattamento. Questa sincronia decresce nei bambini allattati con formula e puo’ determinare una percezione di maggior stanchezza nelle mamme quando si svegliano per riaddormentare i bambini. 

C’è differenza fra il sonno di un bambino (e di una mamma) allattato o no, non in termini di durata, ma in termini di sincronia di fasi del sonno. La stanchezza, reale, che la madre percepisce, molto spesso è condizionata dalle (errate) aspettative sul sonno dei neonati.

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Cosa dice la Consulente del sonno

ILARIA MIRENGHI

Possono coesistere una buona qualità del sonno del bambino e l’allattamento al seno? Assolutamente, la risposta è si. Spesso l’aspettativa dei neogenitori è che il bambino dorma tutta la notte senza risvegli, rendendo il compito della cura materna e paterna meno gravosa. È proprio vero che i bambini non arrivano con le istruzioni di uso ed utilizzo incluse, ma in qualche modo si potrebbe affermare il contrario. Il bambino è incredibilmente competente e capace di trasmettere e comunicare i propri bisogni. Certo, la mamma può sentirli se abbassa il volume del “giusto e dello sbagliato” e resta in osservazione ed in ascolto dei bisogni specifici del suo bimbo. L’allattamento è assolutamente fonte di nutrimento, ma anche di calore, di vicinanza sia fisica che emotiva, di contenimento e di sicurezza. La mamma rispondendo al bisogno del bambino lo nutre, lo accoglie, lo rassicura e lo contiene.
Il bimbo che si sveglia più volte durante la notte non è incapace di dormire ma è competente nel rispondere ai suoi molteplici e differenti bisogni, tutti importanti e tutti primari. Se un bambino richiede la vicinanza della mamma è da ascoltare e da sostenere, sia che questo sia allattato al seno sia in modo artificiale. I bisogni del bambino nei primi anni di vita sono sempre da rispettare e supportare il più possibile.

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