IL COSLEEPING E L’ISTINTO GENITORIALE DI PROTEZIONE
La possibilità di accogliere il neonato nel proprio letto come conseguenza naturale dell’istinto genitoriale di protezione.
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CENNI ALLE ORIGINI
Se parliamo di condivisione dello “spazio notte” i nostri avi ne sapevano molto più di noi oggi. Le stanze erano spesso luogo di condivisione notturna e diurna di più membri della stessa famiglia. Il sonno condiviso è qualcosa che ci lega e ci riporta immediatamente al nostro passato naturale, animale, dove la mamma ed i suoi cuccioli condividevano lo stesso luogo sicuro, la stessa tana per diversi mesi.
Il luogo del sonno è veramente uno spazio che deve essere considerato sicuro e tranquillo. Il momento del sonno è delicato, le ore notturne in natura sono sentite e vissute come le più pericolose per molte specie animali. La ricerca del “luogo sicuro” è in questo caso assolutamente necessario.
LA VITA DI OGGI
Nella vita quotidiana della famiglia però le richieste del mondo esterno, lavoro, vita sociale, scadenze, obblighi, spesso non vanno a braccetto con quelli che possono essere i bisogni di luogo e spazio del “momento sonno”.
La condivisione dello spazio notturno può essere fonte di scambi verbali, nervosismo e reattività già nella coppia, figuriamoci quando a condividerlo si aggiunge da un giorno all’altro un’altra persona, seppur piccino la superficie che occupa un bimbo non è assolutamente proporzionale alla sua taglia. Sono molte le parole dense di stanchezza ed i gesti che accompagnano la notte. Qualsiasi sia la causa o la difficoltà, in quel preciso momento la persona torna a sentire in modo forte e profondo l’importanza che il sonno di qualità e di quantità possa avere nella sua esperienza di vita. Per tutta la famiglia uno dei bisogni e dei timori più grandi, riportati addirittura quando il bimbo è ancora nella pancia della mamma, è quello di dormire, poter riposare in modo sereno e prolungato. Parlando di questo tema però bisogna poter discriminare e fare chiarezza tra bisogni, necessità e sicurezza.
L’ISTINTO GENITORIALE DI PROTEZIONE
In ambito di nanna notturna il co-sleeping (dormire insieme) si divide tra bed-sharing (condivisione del letto) e roomsharing (condivisione della stanza durante la notte).
Il bed-sharing è l’atto del dormire insieme, ovvero nel far dormire il bambino nel lettone con mamma e papà.
Se questo atto segue le regole delle Nanna Sicura (anche se il dibattito sulla sicurezza di questa pratica è ancora aperto) è possibile accogliere il neonato nel proprio letto come conseguenza naturale dell’istinto genitoriale di protezione, cura e calma mettendolo a stretto e diretto contatto con l’odore e il corpo della mamma, facendolo sentire ascoltato e accolto.
Il bed-sharing aiuta e facilita in modo profondo la relazione mamma-bambino sostenendo anche la neomamma per quel che riguarda l’allattamento notturno.
IN TERMINI DI SICUREZZA
Indubbiamente però il modo per passare le notti in famiglia considerato più prudente e sicuro è il room-sharing, ovvero la condivisione della stessa stanza con il bimbo.
In questo modo i componenti della famiglia condividono la stanza ma non lo stesso spazio fisico del letto. È buona norma posizionare la culla o il lettino (“culle per il cosleeping” o “side bed” ) accanto al letto dei genitori, in modo che il bambino possa percepirne la presenza (l’odore ed il respiro di mamma e papà) e i genitori possano rispondere con tempestività ad ogni sua richiesta in tutta sicurezza.
Articolo correlato a “IL COSLEEPING È SICURO?” e “I RISCHI ED I FATTORI PROTETTIVI DEL BED SHARING”
Autore: Barbara Durand, Istruttore di Primo Soccorso Pediatrico.
Cosa dice la Mam to Mam
Espeerienza di Mamma
In termini di istinto genitoriale di protezione durante il cosleeping posso dire confermando che non c’è nulla di più rassicurante, almeno per quanto riguarda la mia esperienza personale, dell’avere vicino mia figlia durante il sonno.
Sento il suo respiro, annuso l’odore della sua pelle, la accarezzo, la bacio sulla fronte, percepisco il suo calore in tutte le sfaccettature del significato di questo termine.
È molto rassicurante averla tra le mie braccia durante il sonno.
Infine percepisco il suo bisogno di starmi vicina allo stesso tempo, spesso se provo ad allontanarmi lei mi cerca, si riavvicina.
Questo ricerca del mio contatto mi procura un piacere materno infinito.