INCLUSIONE E DIVERSITÀ TRAMITE I GIOCHI OPEN-ENDED
Come insegnare l’inclusione e la diversità attraverso il gioco open-ended
TE NE PARLA
SOFIA PEDRANA
Consulente Montessori
I GIOCHI DI FLOCKMEN
Mentre giocavo con Hannah, una bimba di circa due anni, ho tirato fuori dalla borsa la mia scatola di Flockmen.
Si tratta di piccoli pupazzetti di legno stilizzati che si possono incastrare l’uno con l’altro per giocare in maniera creativa.
Mentre la guardavo prenderne qualcuno in mano, mi dice: “Sono persone senza faccia!”. Questa semplice esclamazione da una bimba di due anni significava due cose. Primo, per quanto siano stilizzati, i pupazzi sono riconoscibili come persone. Secondo, che Hannah era divertita dall’assenza di tratti facciali – elementi che i bambini imparano a riconoscere fin da neonati.
Flockmen, infatti, nasce con l’obiettivo di essere un gioco open-ended. I giochi di questo tipo sono quelli che non hanno una funzione ben definita, che lasciano maggiore spazio all’immaginazione. Spesso noi adulti non ne capiamo il senso, ma i bimbi li adorano. L’assenza di tratti o espressioni facciali significa che il bimbo può decidere se il pupazzo é triste o felice, un bambino o un adulto, e così via.
COME USARE I GIOCHI OPEN-ENDED
Hannah ha iniziato col posizionare i vari Flockmen uno accanto all’altro, facendomi osservare il fatto che sta imparando a mettere gli oggetti in fila, in una precisa posizione all’interno di uno spazio definito. “Si tengono per mano!”, mi ha detto.
Quella sera, tornata a casa, ho dipinto cinque pupazzi con colori diversi, come se fossero state varie tonalità di pelle. Il commento di Hannah mi aveva infatti suggerito di usare i pupazzi per parlare di concetti di inclusione e diversità. Il giorno seguente, dopo averle mostrato i pupazzi colorati, mi ha chiesto come mai uno fosse nero e l’altro rosa. Missione compiuta! Ecco l’input per iniziare un bella conversazione sul perché le persone hanno colori di pelle diversi. Abbiamo paragonato il colore dei pupazzi con quello della nostra pelle, abbiamo parlato dei suoi amici, degli altri bimbi all’asilo, e abbiamo concluso la conversazione concordando che, esattamente come i nostri Flockmen, anche le persone di colore diverso possono essere amiche e tenersi per mano.
Nel selezionare i giochi per i vostri figli, non sottovalutate quanto sia importante che siano open-ended, e che quindi consentano una libertà di immaginazione. Ormai sul mercato ne esistono di vari generi per cui non dovreste avere difficoltà a trovarne. Ricordatevi che lasciare che il bimbo conduca il gioco é un elemento essenziale per lo sviluppo dell’intelligenza creativa.
I giochi open-ended o giochi destrutturati, sono giochi che, a differenza di molti presenti sul mercato, non guidano il bambino in attività preimpostate, anzi fanno si che sia il bambino l’attore. Il gioco destrutturato, o loose parts (pezzi sfusi), si compone di diversi oggetti con materiali diversi, e il denominatore comune è che non hanno uno scopo definito a priori. Parliamo di anelli di legno, costruzioni di legno, personaggi senza volto, ma anche di conchiglie, ciotole, bastoncini…e chi più ne ha più ne metta. Il senso del gioco destrutturato è che non ci sono regole, non c’è un modo giusto o sbagliato di usarlo, il bambino può investire liberamente sul materiale come crede e in base al suo livello di sviluppo. Nei primi due anni di vita il gioco destrutturato permette di conoscere la realtà e gli oggetti attraverso i sensi e di scoprirne le caratteristiche fisiche, allenare la motricità fine e scoprire le reazioni causa-effetto. Dai due anni in poi il gioco destrutturato viene piano piano investito dal simbolismo. Il bambino proietta e riproduce la realtà che lo circonda, accede all’immaginazione e alla creatività.
Ed ecco che dei pezzi di legno diventano un meraviglioso castello, una ciotola la tana del drago, un personaggio il mostro cattivo. Poter investire liberamente nel gioco e arricchirlo di simbolismo permette al bambino di elaborare emozioni, vissuti e paure. Il gioco destrutturato fa si che il bambino metta in atto complessi meccanismi di apprendimento e di ragionamento.