LA SICUREZZA DEL CIBO
Quali sono i cibi da evitare quando si inizia a proporre il cibo solido ai nostri bambini?
Quali sono le regole generali da seguire quando iniziamo a far assumere ai nostri bambini il cibo dei grandi?
PRINCIPI GENERALI
I segni da cercare sono:
1) il bambino sa tenere dritto il capo avendo raggiunto un buon controllo dei muscoli di schiena e collo, sta seduto normalmente (senza scivolare in avanti e lateralmente) su un seggiolone.
2) il bambino ha una buona coordinazione mano bocca, afferra il cibo in autonomia e se lo porta in bocca.
3) Il bambino ha perso il riflesso di estrusione, quando si porta del cibo alla bocca la spalanca e non spinge fuori il cibo con la lingua ma butta giù il boccone. Concentrarci sul riflesso di estrusione è importante, questo ci indica che il bambino prima di un dato periodo non è pronto all’introduzione di cibi solidi.
4) Il bambino è interessato ad assaggiare, conoscere ed imitare, se il bambino viene lasciato mangiare con le sue mani, anziché imboccarlo col cucchiaino ancora meglio! Devo ricordare che l’allattamento materno esclusivo fino al sesto mese rimane comunque il MAIN GOAL della salute per bambino (e mamma), da qui qualche bambino eccezionalmente potrebbe essere pronto prima ma la maggior parte lo sarà sicuramente dopo. Attendere i segnali di predisposizione lasciare che il bambino prenda il cibo con le sue mani, la quantità di cibo che il bimbo può prendere deve essere ridotta, in modo che non si riempia troppo la bocca.
LE PRINCIPALI RACCOMANDAZIONI
1) Presentare al bambino cibi con textures diverse: il bambino aumenta le competenze ed impara a gestire meglio il cibo se gli viene offerto cibo diverso e per gusto e per forma e per composizione i bambini sanno: impariamo a fidarci.
2) A tavola non si gioca e non ci si distrae con la tv, le attenzioni devono essere rivolte a quello che si sta facendo il bambino non deve mai mangiare da solo, prima di scendere a giocare controllare che la bocca sia vuota, chi assiste al pranzo dei bambini deve saper riconoscere un’ostruzione totale da parziale, essere a conoscenza delle modalità di intervento in caso di ostruzione totale ed arresto cardiorespiratorio.
3) Non si mangia mentre si corre, o si è in macchina o si fa altro che non sia stare seduti compostamente a tavola.
4) Non mangiare mai da sdraiati o guardando tv/tablet. Coordinare masticazione, respirazione e deglutizione è un lavoro che richiede molte energie, una distrazione non è utile!
5) Offrire prima il seno ed anche dopo, non si prendono i bambini “per fame”
L’alimentazione complementare a richiesta è un lungo percorso di andate e ritorno, avanzamento, regressione, scoperta, imitazione…. non attendetevi nulla, cercate di viverlo e scoprire insieme ai vostri bambini il gusto ed il piacere della tavola.
Non trasformate questo momento in uno strazio o un inferno, ne va anche del rapporto con i vostri bambini e della prevenzione di disturbi legati al cibo in età adulta, lasciate che si sporchino e che sporchino: fogli di giornale a terra vi aiuteranno, ma anche un cane!
CIBI DA EVITARE
Non ci sono studi scientifici che abbiano indicato con sicurezza i cibi ‘pericolosi’: gli unici a cui si fa riferimento con certezza sono quelli con forma rotondeggiante: attenzione quindi ad olive, pomodorini, ciliegie, uva e sicuramente attenzione alla frutta secca,(nocciole, noccioline ed arachidi, il modo migliore per somministrarle è ridurli in burro).
Per il resto basta il buon senso, la mozzarella sappiamo benissimo che sia complicata da masticare specialmente quando cotta e si indurisce, il prosciutto crudo anche, se tagliato sottile si appiccica e diventa difficile da gestire.
A seconda dello stadio di sviluppo psicomotorio del bambino date del cibo che possa esserne tenuto in mano e che quindi sia tagliato per lungo, cibo che non rischi di spezzarsi in pezzetti più piccoli, quando poi avranno sviluppato una motricità fine e saranno in grado di afferrare il cibo con le dita a pinza somministrare in piccole quantità.
La scelta se fare ‘autosvezzamento’ o ‘svezzamento guidato’ o ‘svezzamento tradizionale’ con pappe deve essere una scelta della famiglia che ha a che fare più con le proprie abitudini, stili di vita o scelte educative, l’aspetto sicurezza non deve interessarvi poiché non vi è evidenza alcuna che il cibo somministrato in un modo anziché un altro possa essere più o meno pericoloso.
Dare cibo sempre frullato ed omogenizzato, però, è un po’ come pensare di non far mai cadere un bambino tenendolo nel box, si rischia che impari poco o male a coordinarsi e muoversi e ad usare correttamente lingua e mandibola.
È fondamentale stimolare ogni sua competenza.
Vietate caramelle dure e gommose e chewing-gum prima dei 4 anni.
CONCLUSIONI
Al fine di approcciarsi al meglio a questo cambiamento in famiglia è sicuramente opportuno seguire un corso di primo soccorso pediatrico completo,che vi mostri come prevenire, intervenire e soprattutto cosa NON fare, e vi faccia sentire sicuri di saper gestire una emergenza dall’inizio fino all’arrivo dei soccorsi.
Se voi avete paura, il bambino, che è un piccolo mammifero, leggerà sul vostro volto un’espressione preoccupata, questo lo renderà irritato e confuso. Uno dei motivi per cui iniziano le lotte a tavola!
Secondo il metodo classico, i bambini iniziano la loro alimentazione complementare attraverso puree somministrate dai genitori con il cucchiaio, per poi passare all’introduzione di semisolidi e finger food. Recentemente c’è stata una tendenza crescente ad evitare del tutto la fase iniziale di “purea” e passare direttamente ai finger food. Nel metodo dell’ “autosvezzamento”, il neonato si nutre di alimenti tenuti in mano invece di essere nutrito con il cucchiaio da un adulto, condividendo i cibi e i pasti della famiglia. Questo approccio può fornire al bambino un maggiore controllo sulla sua assunzione calorica. Ciò potrebbe portare a migliori schemi alimentari e ridurre il rischio di sovrappeso e obesità.
Per ora si tratta soltanto di ipotesi perché i dati raccolti scientificamente sono ancora limitati e non è ancora possibile trarre conclusioni. Inoltre, mancano dati sul fatto che i bambini nutriti utilizzando questo approccio ottengano nutrienti sufficienti, inclusi energia e ferro, o mangino una gamma più diversificata di alimenti.
Quel che è certo è che, per i genitori che decidono di orientarsi verso il metodo dell’autosvezzamento, è fondamentale una formazione specifica sulla differenza tra conato e soffocamento, sulle manovre di disostruzione e sul giusto metodo per il taglio e la preparazione degli alimenti da offrire ai bambini, perché possano alimentarsi in totale sicurezza.
L’introduzione del cibo solido rappresenta solitamente il primo passo per l’autonomia, e come tutte le competenze, necessita di un apprendimento, allenamento e tempo dedicato.
Il bambino apprende tutto dall’ambiente che lo circonda.
Vi propongo di fermarvi e di riflettere un attimo su questi quesiti..
Noi adulti come mangiamo?
Prestiamo attenzione a ciò che mangiamo?
Mastichiamo?
Siamo distratti dalla Tv o dal cellulare mentre ci nutriamo?
Nel caso specifico dello svezzamento:
conosco le abilità di mio figlio?
so come intervenire in caso di emergenza?
E’ importante soffermarsi su cosa trasmettiamo NOI, IMPLICITAMENTE al bambino, sia a livello pratico sia emotivo. Questo perchè lui ci osserva, tenta di imitarci ed è molto sensibile al nostro stato emotivo (“se mamma/papà ha paura, io ho paura”).
Nel caso gli adulti di riferimento fossero distratti, avessero la tendenza a masticare di fretta, senza attenzione a ciò che mangiano, facendo sempre tutt’altro nel mentre…non si può chiedere al piccolo di far diverso, ed è qui che la situazione può diventare pericolosa.
Alimentarsi con cibo solido richiede un allenamento costante e richiede tempo: tempo per il bambino ( che sviluppi le competenze, che si sperimenti…) ma anche il tempo dedicato di un adulto, che sia in grado di monitorare con attenzione e senza timori.
Cosa dice la Logopedista
BARBARA BILARDO
collaborazione esterna
Dai 6 mesi di vita, quando iniziano a comparire i primi denti e col cambiamento della flora batterica presente nel cavo orale, il riflesso di suzione evolve e dà inizio ad un periodo di apprendimento della masticazione-deglutizione, legato alla maturazione neuro-sensoriale che porta a coordinare cervello, mano, lingua, bocca, masticazione e deglutizione. Il bambino inizia a partecipare più attivamente alla sua alimentazione e a riconoscere gusti e consistenze in modo da costruire una sua personalità alimentare. Ognuno di questi elementi deve raggiungere una maturazione ottimale prima di essere completamente coordinato agli altri, ma ciò si ottiene soltanto grazie alla paziente pratica quotidiana dell’assaggio. L’introduzione di cibi via via più solidi porta allo sviluppo di una masticazione spontanea (inizialmente verticale) e all’apprendimento del gesto del morso (anche solo con le gengive se non sono ancora spuntati i dentini).
Masticare è fondamentale per il raggiungimento della struttura definitiva della bocca che si va formando, favorisce lo sviluppo dei muscoli della faccia, permette la crescita armonica delle ossa del cranio ed è propedeutico allo sviluppo del linguaggio. All’età di 2 anni, i bambini sono in grado di masticare e mangiare quasi tutto, con una masticazione che dagli iniziali movimenti verticali, raggiunge movimenti rotatori della mandibola (la maturazione completa della masticazione-deglutizione si compirà intorno ai 7 anni).
Alcuni bambini, al primo approccio, potrebbero presentare un rifiuto a masticare perché l’alimento solido può esser riconosciuto come “estraneo” o talvolta per un atteggiamento iperprotettivo da parte dei genitori che possono aver trasmesso un senso di paura: in tal caso sarà meglio offrire nello stesso pasto alimenti diversamente sminuzzati che ne rendano più omogenea la consistenza, per poi introdurre gradualmente pezzi di alimenti solidi, accuratamente tagliati. E’ comunque importante non forzare il bambino a consistenze a cui non è pronto e rispettare i suoi tempi di masticazione, che potrebbero essere più lenti di quelli dell’adulto.
Importante ricordare, anche che, mentre alcuni riflessi nel primo anno di vita vanno in prescrizione (es. riflesso di suzione), altri rimangono a protezione del bambino: in particolare il riflesso del vomito e quello della tosse permangono per proteggere i bimbi che iniziano ad alimentarsi con cibi solidi e che hanno una masticazione ancora poco coordinata dalla caduta di alimenti nelle vie aeree.
Dal sesto mese di vita i primi denti da latte iniziano a erompere in arcata dentaria fino ai due anni e mezzo di età quando la composizione dei venti denti da latte è completata.
Il cibo solido costituisce uno stimolo alla crescita e allo sviluppo non tanto degli elementi dentari che mantengono la loro dimensione per tutta la loro durata, ma di tutto il parodonto, ovvero le strutture che circondano il dente.
L’inserimento di cibi morbidi ostacola e rallenta la fisiologica permuta ed eruzione degli elementi permanenti, ovvero i denti dell’adulto.
Infine l’azione della masticazione stimola lo sviluppo del condilo articolare a differenza della sola suzione, cioè la deglutizione infantile che si aziona durante l’ingestione di pappette morbide.
Cosa dice la Mam to Mam
Esperienza da Mamma
Mamma, il momento in cui il bambino inizia l’alimentazione complementare può spaventare o no, può avvenire in modo semplice o no.
Alle volte il bambino mangia sereno e tranquillo, altre è una iena che non vuole mangiare niente.
Questo può essere un momento faticoso, ma processo rapido o meno, lo passerete.
Non essere troppo spaventata dalle regole, da tenere a mente, ma prova a darti le tue tenendo sempre in considerazione la sicurezza. Se da subito non ti senti di proporre cibi solidi non pensare ‘non svilupperà la masticazione’, prova a piccoli passi, non pensare al tutto e subito…
…informati, sperimenta e sarete pronti a gustare tutto!