COSA SAPERE SULLA CACCA DEL BAMBINO?

nascita

Cosa sapere sulle feci del bambino: colore, consistenza e quantità.
Cosa significa?

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Le feci variano molto in colore, consistenza e quantità con la crescita e l’alimentazione del bambino e non è sempre facile per un genitore capire quando sono normali e quando invece sono il segnale di un problema di salute.

COME CAMBIANO LE FECI DEL BAMBINO

  • Meconio: rappresenta le prime feci del neonato, è costituito da materiale ingerito dal feto in utero (cellule di sfaldamento intestinale, liquido amniotico…) e si presenta come una sostanza nerastra, molto densa e appiccicosa. La prima eliminazione di meconio di solito avviene nelle prime 12-24 ore di vita.
  • Feci di transizione: nel giro di qualche giorno il meconio lascia il posto alle feci di transizione, ancora molto scure (marroni-verdi) ma più morbide. Sono il segno che il bambino ha iniziato ad alimentarsi e a digerire il latte assunto.
  • Feci da latte materno: sono quelle dei bimbi allattati esclusivamente al seno, iniziano a comparire dopo circa 7-10 giorni dalla nascita e si caratterizzano per il colorito giallo o lievemente verdognolo. Sono di consistenza pastosa, grumosa o semi-liquida, a volte possono essere anche molto liquide 
  • Feci da latte in formula: in caso di allattamento artificiale le feci sono di consistenza pastosa, meno liquida, e di colore più scuro rispetto a quelle da latte materno, con tonalità dal marrone-giallo al marrone-verdastro. Hanno inoltre un odore più forte. 
  • Feci durante lo svezzamento: con l’introduzione di nuovi alimenti le feci diventano di consistenza più densa e di colore marrone (simili alle feci nelle età successive) e anche di odore più sgradevole. É normale che si possano trovare pezzetti di cibo non digerito, soprattutto all’inizio dello svezzamento quando il bambino non ha ancora imparato a masticare bene.

CON CHE FREQUENZA DOVREBBE EVACUARE IL TUO BIMBO

  • I neonati solitamente evacuano dopo ogni pasto (anche 6-10 volte nelle 24 ore) ma dopo circa 3-6 settimane il numero delle evacuazioni tende a diminuire. 
  • Man mano che il bambino cresce la frequenza diminuisce fino ad arrivare ad 1 evacuazione ogni 1-2 giorni nei bambini più grandi. É normale che il neonato o il lattante vadano incontro a temporanei episodi di riduzione di frequenza delle evacuazioni e, se stanno bene e non presentano difficoltà all’evacuazione o dolore addominale, questi episodi non sono motivo di preoccupazione. È inoltre normale che la frequenza delle evacuazioni si riduca nel passaggio da un allattamento materno a un allattamento artificiale oppure nel passaggio all’alimentazione complementare. 
  • I lattanti alimentati con latte formula in generale tendono ad evacuare di meno rispetto a quelli allattati esclusivamente al seno. 

La cosa più importante è sempre che le feci siano morbide e che il nostro bambino riesca ad evacuare senza fatica, indipendentemente dalla frequenza delle scariche.

COLORI ANOMALI DELLE FECI

A volte le feci possono assumere colori diversi dal normale, ecco cosa possono significare:

  • verde: colore delle feci di transizione, sono normali nei primi giorni di vita. Le feci possono apparire verdastre anche in caso di integrazione orale con ferro, oppure in caso di alimentazione con verdure verdi. A volte nei primi mesi di vita possono persistere fisiologicamente feci verdastre (per immaturità del sistema epato-biliare), a volte le feci verdi possono essere il segno di un’infezione intestinale, ma in quest’ultimo caso sono generalmente accompagnate da altri sintomi. In generale non è un colore che desta preoccupazione, ma se persiste è bene parlarne col proprio pediatra.
  • rosso: feci contenenti una quantità considerevole di sangue rosso vivo. Sono il campanello d’allarme per situazioni gravi come l’intussuscezione intestinale (feci cosiddette a “gelatina di ribes”) ovvero un tipo di ostruzione intestinale che richiede un intervento medico-chirurgico immediato. In caso di feci di colore rosso è bene rivolgersi al Pronto Soccorso. NB: La presenza di piccole tracce di sangue invece non deve destare preoccupazione, in quanto spesso l’emissione di feci dure o un’irritazione cutanea perianale può provocare piccoli sanguinamenti che si manifestano nelle feci, a risoluzione spontanea. 
  • nero: colore del meconio dei primi giorni di vita. Ci possono essere altre situazioni in cui troviamo feci nere, ad esempio in caso di assunzione di ferro per via orale oppure in caso di melena. La melena è un tipo di feci contenenti sangue digerito, segno di un sanguinamento dal tratto gastro-intestinale alto (es. esofago, stomaco, duodeno), e merita un approfondimento diagnostico immediato. In caso di feci nere è bene consultare subito il proprio pediatra.
  • bianco/giallo chiaro: cosiddette feci ipocoliche o acoliche, sono il segno di un problema di assorbimento intestinale o malfunzionamento epatico/biliare (colestasi), come accade nelle ostruzioni dei dotti biliari, patologie rare ma molto importanti, che si presentano nei primi mesi di vita e che necessitano un trattamento precoce. In caso di feci ipocoliche/acoliche è indicato rivolgersi prontamente al proprio pediatra.

QUANDO PREOCCUPARSI E CONSULTARE IL PEDIATRA

Ricapitolando, quando è necessario consultare il proprio pediatra o in generale una figura medica?

  • colore anomalo delle feci (rosso, nero, molto chiaro/bianco, persistentemente verde in assenza di assunzione di ferro);
  • feci con muco: la presenza di muco può essere normale in caso di bambini che salivano molto, oppure che presentano congestione nasale o tosse (muco/saliva vengono ingeriti e passano nelle feci), ma è consigliabile consultare il pediatra se le feci con muco persistono per diversi giorni o se il bambino presenta altri sintomi importanti;
  • diarrea o stipsi: una alterazione della frequenza delle evacuazioni in difetto o in eccesso, associata ad altri sintomi, può configurare il quadro della diarrea o della stipsi.
D

Cosa dice la Dietista

GIORGIA BIANO

La consistenza delle feci durante il periodo dell’alimentazione complementare si correla sia alla consistenza del cibo assunto dal bambino, sia al contenuto di fibre del pasto.

Soprattutto nelle fasi iniziali dell’alimentazione complementare, se si trovano frequentemente nelle feci interi pezzi di cibo solido può essere opportuno triturare maggiormente il cibo fino a quando il bambino non avrà una migliore capacità di masticazione.

A seconda della consistenza delle feci si può regolare il contenuto di fibre del pasto, aumentando le verdure se il bambino soffre di stipsi, viceversa se le feci sono liquide o semiliquide.

In ogni caso nei primi due anni di età del bambino, l’inserimento di cereali integrali o grandi porzioni di verdura a fibra lunga è sconsigliato, perché l’eccesso di fibre può interferire con l’assorbimento del ferro, dello zinco, del calcio, di carboidrati e grassi.

Il risultato può essere un rallentamento nella velocità di crescita del piccolo, oltre ad eventuali alterazioni della digestione/assimilazione dei nutrienti. Le fibre rallentano lo svuotamento gastrico, aumentando il senso di sazietà e possono inibire l’assunzione di una quantità adeguata di nutrienti.

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Cosa dice l’Osteopata

GAIA GRAZIANO

Le feci, soprattutto per quanto riguarda il neonato, sono il nostro riferimento per comprendere il loro stato digestivo. Come ben descritto dalla pediatra Martina Luparia, bisogna imparare a comprendere che non tutte le situazioni devono allarmare la mamma, ma è giusto fare attenzione.

Soprattutto in caso di disordini come diarrea o stipsi può anche essere utile chiedere supporto all’osteopata, magari sotto il consiglio anche del/della pediatra.

Già nella pancia della mamma si trova nella classica posizione fetale di flessione con le ginocchia e gambe raccolte verso la pancia: nell’ultimo mese in particolare lo spazio sarà sempre minore ed è qui che sarà possibile l’inizio delle piccole tensioni corporee.

Il parto, dal punto di vista fisico-meccanico, è il primo trauma che fronteggia il bimbo affacciandosi alla vita. A seconda di un parto naturale o cesareo le compressioni e depressioni saranno differenti portando così tensioni in punti diversi del loro corpo.

A livello digestivo è utile ricordarci che “siamo quello che mangiamo” e la mamma durante la gravidanza è il canale che nutre il bimbo: quindi passerà tutto attraverso il cordone. Questo è utile perchè a seconda dei rimedi/farmaci che vengono dati per aiutare il parto, è possibile che siano il problema futuro di stipsi o difficoltà digestive del bimbo. Ossitocina, epidurale e altri farmaci che vengono somministrati per indurre o regolare il parto spesso sono il problema della futura digestione. (Con questo non voglio fare propaganda negativa, quando c’è bisogno si fa di tutto per aiutare la mamma a partorire!)

Mi capita spesso di ricevere in studio neonati con stipsi: non c’è da preoccuparsi perchè può essere normale. Ma se dopo 3-4 giorni continuano a non evacuare non è detto che possano avere piccole tensioni addominali che creano il problema e con un paio di sedute migliorano molto.

Il trattamento osteopatico, infatti, aiuta a regolare i disequilibri dell’organismo cercando il più possibile di renderlo reattivo anche alle problematiche future.

Ogni professionista di True story Mam esprime il proprio punto di vista, ma la coppia mamma-bambino è unica. Mamme fate le giuste considerazioni, non siete mai inadeguate.

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