LO SVILUPPO DEL BAMBINO 0-12 mesi
Lo sviluppo é un processo estremamente variabile e individuale, per questo é importante per un genitore sapere cosa aspettarsi nella crescita del proprio bambino, in modo da accompagnarlo, da sostenerlo, e da chiedere consigli a dei professionisti se nota che qualche area necessita di supporto.
INTRODUZIONE SULLO SVILUPPO
Quando si diventa genitori si sente continuamente questa parola: ‘sviluppo‘.
Lo sviluppo fisico (cresce abbastanza? peso, lunghezza, circonferenza cranica..); lo sviluppo motorio (come mai non fa ancora questa cosa? Quando imparerà a.., il figlio della mia amica si alza già in piedi…); lo sviluppo comunivativo (indica? Si esprime a gesti? perché non emette suoni? Ma quando inizierà a parlare? E la lallazione? capisce ciò che dico? ); lo sviluppo cognitivo e relazionale (perché non fa come voglio io? Non sta attento per più di due secondi.., perché non gioca con gli altri? Perché piange quando lo lascio alla nonna?); lo sviluppo del gioco (perché non fa ancora quel gioco? Quali giochi devo proporre? Come faccio a giocare con lui?); lo sviluppo dei sensi (ma mi vede? Ci sente? Perché non gradisce quel cibo?).
Ahimé, diciamocelo, diventare genitori porta con sé tanta gioia ma anche tanta fatica e tante ansie sullo sviluppo del nostro bambino.
Precisiamo innanzitutto che lo sviluppo é un processo, non un qualcosa che accade da un momento all’altro. E come tale ha bisogno di tempo, di gradualità, di acquisizioni successive che maturano piano piano. È vero, a volte ci sembra che il nostro bambino, da un giorno all’altro, sappia fare una cosa che prima non faceva. Stupefacente! Si, ma ciò di cui non ci siamo accorti é che quell’ acquisizione non é avvenuta nel giro di una notte, ma in giorni e giorni nei quali il nostro bambino ha osservato, interiorizzato, provato e riprovato, fino a quando non ce l’ha fatta.
Lo sviluppo é un processo estremamente variabile e individuale, ed é vero che ogni bambino ha i suoi tempi. C’è chi investe prima sul motorio, mettendo un po’ in stand by il linguaggio, c’è chi é più rapido, chi ha bisogno di più tempo. Tuttavia non dobbiamo dimenticarci che le fasi di sviluppo hanno comunque dei limiti, ovvero ci sono delle età entro le quali il bambino dovrebbe aver fatto determinate acquisizioni. Per questo é importante per un genitore sapere cosa aspettarsi nella crescita del proprio bambino, in modo da accompagnarlo con gli stimoli giusti, da sostenere le sue acquisizioni con gioia e da chiudere consigli a dei professionisti se nota che qualche area necessita di supporto.
COSA SI INTENDE PER SVILUPPO
Lo sviluppo psicomotorio è un processo maturativo che consente al bambino di acquisire gradualmente competenze comunicative, motorie, relazionali e cognitive.
In quanto processo, esso non avviene da un giorno all’altro me necessita di tempo. I bambini non si sviluppano allo stesso modo, anzi esiste una grande variabilità tra ognuno di loro. Il detto “ogni bambino ha i suoi tempi” é vero, non dobbiamo fare paragoni tra un bambino e l’altro poiché la maturazione di ogni area di sviluppo é estremamente variabile e influenzata da molteplici fattori (personalità, relazioni, ambiente etc..). Vero é anche però che, nonostante le aree di sviluppo siamo ampie e variabili, ci sono comunque dei periodi entro in quali una determinata acquisizione dovrebbe comparire; se ciò non avviene o se abbiamo dei dubbi sullo sviluppo del nostro bambino é importante rivolgersi al pediatra o a uno specialista dell’età evolutiva per ricevere dei consigli. Prima si interviene prima si recupera.
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ACQUISIZIONI MOTORIE
Alla nascita il bambino è dominato da riflessi arcaici che condizionano il suo assetto posturale e i suoi movimenti. Questi riflessi sono funzionali all’adattamento all’ambiente e scompaiono gradualmente per lasciare spazio all’acquisizione di altre funzioni. Il neonato presenta un ipertono dei muscoli flessori (maggior contrazione) e sta prevalentemente in posizione fetale. In questa fase di crescita il bambino acquisisce progressivamente il controllo del capo, inizialmente per pochi secondi e via via diventa più stabile. Verso i 2-3 mesi inizia a sollevare la testa quando é a pancia in giù. Il movimento di braccia e gambe é simmetrico ma ancora poco coordinato.
INTERAZIONE E COMUNICAZIONE
La modalità di comunicazione prevalente in quest’epoca é non verbale, corporea, percettiva. Il bambino interagisce attraverso la mimica facciale, il pianto, i movimenti corporei, il sorriso, e noi genitori dobbiamo essere attenti osservatori per iniziare a comprendere i suoi messaggi. A livello relazionale il bambino inizia ad osservare il volto della mamma e del papà per brevi istanti, si lascia consolare dalle figure principali di accudimento e inizia gradualmente a rispondere al sorriso. Sempre é in questa fase inizia la comparsa del linguaggio pre-verbale e il bambino inizia ad emettere suoni gutturali e primi vocalizzi.
I SENSI
A quest’età la visione non é ancora completamente sviluppata e ci vorrà ancora un po’ di tempo. Il neonato utilizza principalmente la visione periferica. Nel primo mese di vita fissa oggetti e volti a una distanza di circa 20 centimetri. È più attratto dal volto umano, contrasti forti (bianco e nero) e oggetti di grandi dimensioni. Tra 1 e 3 mesi migliora la messa a fuoco, é attratto dalle fonti luminose e dai colori brillanti. Risce di più ad osservare immagini e oggetti nel loro insieme. È in grado di seguire con gli occhi un oggetto che si muove nel suo campo visivo, prima in orizzontale e poi in verticale. A livello uditivo riconosce la voce dei genitori e gradualmente altri suoni. Reagisce a uno stimolo sonoro, inizialmente con una reazione motoria (sobbalzo, movimento degli arti, apertura degli occhi), successivamente orientando lo sguardo verso la fonte del suono. A livello olfattivo e gustativo riconosce l’odore della madre e l’odore/sapore del latte.
IL GIOCO
Il bambino in questa fase inizia a scoprire piano piano il proprio corpo e il mondo che lo circonda. Ama osservare le persone e ascoltare le loro voci; é interessato al volto della mamma e del papà e interagisce con il sorriso alle facce buffe e alle variazioni di intonazione. Verso i tre mesi inizierà a diventare soggetto attivo delle interazioni cercando di attirare l’attenzione. I giochi preferiti sono libri in bianco e nero, giochi luminosi, ascoltare le canzoni, oggetti colorati e sonori (es. sonagli).
ACQUISIZIONI MOTORIE
In questa fase il bambino presenta un rapido sviluppo motorio. Il controllo del capo é ormai acquisito e il bambino riesce a mantenere la testa dritta con sempre maggior capacità anche durante i cambi di posizione. Procede sempre di più anche il controllo del tronco e lo fa in direzione caudo-cefalica, ovvero dal basso verso l’alto della colonna vertebrale. A pancia in giù il bambino riesce a ruotare la testa da entrambi i lati e gradualmente impara a spingersi sulle braccia sollevandosi da terra per osservare e scoprire l’ambiente circostante. Sempre in posizione prona il bambino inizia a spostarsi con un movimento che viene chiamato pivotting (o giro dell’orologio) iniziando a spostarsi lateralmente a pancia in giù sfruttando la spinta delle braccia. In questo periodo il bambino impara anche a rotolare girandosi da supino a prono e viceversa. Si mette sul fianco per afferrare un oggetto posto vicino a lui. A pancia in giù, sempre con grande variabilità, il bambino inizia a fare tentativi di strisciamento aiutandosi con gli arti superiori. La motricità globale diventa man mano asimmetrica e il bambino è in grado di muovere le diverse parti del corpo in maniera differenziata. In generale sviluppa un maggior controllo posturale e sperimenta cambi di posizione. Messo seduto tra i 5 e i 6 mesi mantiene la testa e la schiena dritte, via via senza sostegno e con appoggio delle mani a terra. Gradualmente, acquisendo un buon controllo della posizione seduta autonoma, inizia a ruotare il tronco per afferrare oggetti posti vicino a lui. In questo periodo inizia a specializzarsi la funzione della mano, non più dominata dal riflesso di afferramento, e il bambino inizia a sperimentare prese diverse in relazione all’oggetto che ha di fronte.
INTERAZIONE E COMUNICAZIONE
La comunicazione del bambino diventa più intenzionale e volta al soddisfacimento dei propri bisogni. Predomina ancora la comunicazione non verbale, ovvero l’espressione tramite la mimica facciale e i gesti, ma aumenta sempre di più l’espressione verbale e il bambino sperimenta la propria voce tramite vocalizzi e gorgheggi che diventano via via più complessi. Il pianto rimane ancora l’espressione principale di disagio. Esprime in modo più chiaro le proprie emozioni e queste sono contestuali ad un evento, inizia inoltre a riconoscere le emozioni dal tono di voce di chi gli sta parlando. Verso i 6 mesi inizia ad associare i suoni alle cose e alle persone guardandole quando vengono nominate o indicate. E’ ormai presente una buona reciprocità sociale e il bambino ama interagire con l’altro aprendo più circoli comunicativi. Ricerca la relazione con l’altro come fonte di piacere, ama le variazioni di tonalità, le canzoncine, e fa capire chiaramente quando vuole che un’azione si ripeta. Si orienta bene verso gli stimoli sonori. A livello relazionale inizia a mostrare preferenza per le figure familiari di riferimento, ma non mostra ancora paura per l’estraneo.
I SENSI
Verso i 4 mesi il bambino vede ormai a qualche metro di distanza. Tra i 4 e i 5 mesi mette anche a fuoco a qualche metro di distanza e distingue chiaramente alcuni colori come il blu, il rosso e il verde. Segue con gli occhi un oggetto in movimento in tutte le direzioni senza perdere l’aggancio visivo con esso. Esplora l’ambiente con gli occhi e si sofferma ad osservare le caratteristiche di un oggetto. Inizia ad essere attratto dallo specchio, esplora visivamente i giochi di luce. A livello uditivo si orienta correttamente verso uno stimolo sonoro e reagisce in maniera differenziata a suoni con diversa intensità. distingue le voci delle figure di riferimento e prova ad imitare i suoni che sente. Si stimola con la propria voce ascoltandosi e producendo suoni con intensità e modulazione differente. A livello gustativo, verso i 6 mesi, con l’inizio dello svezzamento, il bambino inizia a provare nuovi gusti e consistenze. Il bambino poi acquisisce sempre maggior percezione del proprio corpo e inizia ad esplorarlo portandosi le mani o i piedi alla bocca. E’ ancora in fase orale e porta molto gli oggetti alla bocca per esplorarli.
IL GIOCO
Il bambino in questa fase inizia innanzitutto a provare piacere nella scoperta ed esplorazione dell’ambiente e degli oggetti. Il rapporto con l’adulto rimane l’esperienza preferenziale in quanto fonte di scambio e relazione. In questa fase il bambino inizia ad acquisire il concetto di causa-effetto e si diverte a vedere le conseguenze di un’azione. Lancia, batte, inizia a mettere dentro e tirare fuori, schiaccia i pulsanti di un gioco. Ama sentire il suono degli oggetti. In questa fase il bambino inizia ad acquisire il concetto di permanenza dell’oggetto e inizia quindi a comprendere che se qualcosa o qualcuno non si vede più esiste ancora. Prova piacere nel fare il gioco del cucù con l’adulto, ride se la mamma si nasconde e ricompare, ricerca un oggetto nascosto.In questo periodo il bambino aumenta i tempi di attenzione e riesce a soffermarsi di più su un’attività, esplora l’ambiente, è curioso e osserva tutto ciò che lo circonda. E’ ancora presente l’esplorazione orale ma accompagnata da quella tattile che inizia a diventare più accurata.
ACQUISIZIONI MOTORIE
In questo periodo il bambino è sempre più spinto verso la scoperta dell’ambiente e degli oggetti intorno a lui. A pancia in giù inizia a spostarsi nello spazio in maniera differenziata: strisciando, spostandosi sul sederino, gattonando. Non importa con quale modalità, ma il bambino inizia a spostarsi nello spazio per esplorarlo e per raggiungere ciò che desidera. Acquisisce la capacità di mettersi seduto da solo da sdraiato e mantiene ormai la posizione seduta in modo autonomo senza l’appoggio delle mani, le quali sono ora libere di esplorare gli oggetti e di utilizzarli. Gli arti superiori acquisiscono sempre maggior coordinazione e vengono integrati per agire sugli oggetti. La mano continua la sua specializzazione il bambino inizia a usare prese diverse a seconda dell’oggetto che deve afferrare. In questo periodo, verso i 9 mesi, può iniziare ad usare indice e pollice per afferrare oggetti di piccole dimensioni. Con altissima variabilità, alcuni bambini verso la fine di questo periodo iniziano a mettersi in ginocchio sostenendosi con le mani appoggiate a un piano, e alcuni iniziano a mettersi in piedi. Questo è un periodo di grande sperimentazione e preparazione, sarà quindi facile osservarlo mentre “molleggia” avanti e indietro a gattoni, in ginocchio o in piedi.
INTERAZIONE E COMUNICAZIONE
Il bambino inizia ad imitare le espressioni facciali dell’adulto e si diverte a giocare a fare le “facce buffe”. Inizia anche ad imitare gesti ad alta frequenza d’uso come battere le manine, fare ciao etc..Si gira se chiamato per nome. Esprime in modo più chiaro le proprie preferenze sia nel gioco sia con le persone. I vocalizzi si fanno più articolati e si arricchiscono di consonanti. In questo periodo è presente la lallazione, ovvero il bambino ripete in modo continuativo sillabe (ma ma ma, pa pa pa, ba ba ba etc..). Il bambino inizia a comprendere il significato di molte parole e si gira verso una cosa quando la nominate. Sviluppa sempre un maggior attaccamento verso le figure di riferimento e può iniziare ad avere timore degli estranei. Compare l’ansia da separazione e piange quando la mamma si allontana. Le interazioni comunicative diventano sempre più ricche.
I SENSI
In questo periodo il bambino differenzia ormai bene i suoni e li associa a delle etichette, ovvero comprende il significato di alcune parole. La vista si sviluppa sempre di più e di conseguenza la coordinazione tra occhio e mano. In questa fase il senso che si sviluppa maggiormente è sicuramente il gusto. Con l’inizio dello svezzamento il bambino incontra consistenze diverse, gusti diversi. Anche il tatto mostra un’importante evoluzione perchè con la specializzazione dell’uso della mano il bambino utilizza sempre di più questo canale per scoprire gli oggetti.
IL GIOCO
Abbiamo visto come, in questa fase, il bambino specializzi sempre di più l’uso delle mani come mezzo privilegiato di esplorazione. Il bambino porterà sempre meno gli oggetti alla bocca per conoscerli e userà le mani. Adesso riesce a prendere anche oggetti di dimensioni più piccole, a battere due oggetti uno contro l’altro, ad essere più preciso. Ha voglia di giocare, di scoprire, di esplorare. Si sposta per l’ambiente e ricerca i suoi giochi preferiti. Inizia ad acquisire il concetto di causa-effetto, ovvero se compio questa azione succede quello (es. se schiaccio il tasto – suona). E’ quindi molto attratto da pulsanti e bottoni, e da come funzionano le cose. Inoltre vi ritroverete per casa un provetto lanciatore, il bambino butterà tutto a terra per sentire il suono dell’oggetto che cade, per vedere che cosa succede. In questa fase il bambino è un piccolo esploratore, apre i cassetti, le porte, mette dentro e tira fuori. E’ molto attratto dai giochi sonori, e si muove al ritmo della musica. Predilige oggetti di uso quotidiano come barattoli, contenitori, mestoli. Inizia a giocare con la palla. Gli piace nascondersi e farsi cercare.
ACQUISIZIONI MOTORIE
In questo periodo assistiamo ad una ancora più rapida evoluzione del bambino. Il bambino sa ormai spostarsi, chi un modo, chi nell’altro, e diventa sempre più rapido e preciso nei movimenti. Effettua molti cambi di posizione: da sdraiato a seduto, da seduto si mette in ginocchio, con l’aiuto delle mani si alza in piedi. Raggiunge in autonomia ciò che vuole. Sperimenta, si dondola, si rotola, si spinge su e giù sulle gambe quando è in piedi, si sposta lateralmente appoggiato ai mobili. Alcuni bambini iniziano a fare i primi passi con l’aiuto del genitore o proprio in autonomia. L’acquisizione del cammino ha tempi molto variabili, c’è chi cammina a 10 mesi, chi più tardi. Diciamo che a 18 mesi dovrebbero ormai essere in grado di camminare da soli. In questa fase assisteremo ad innumerevoli cadute, solo così il bambino potrà prendere confidenza con il proprio corpo, con ciò che riesce a fare; solo così può, con tentativi ed errori, apprendere il cammino. E noi genitori dobbiamo accompagnarlo ma lasciare che impari a gestire da solo anche le cadute. E’ sempre più alta la coordinazione tra le mani e tra gli occhi e le mani. I movimenti di afferramento del bambino sono sempre più precisi, afferra con sicurezza tra indice e pollice e riesce a infilare cose piccole. L’approccio agli oggetti è sempre più sicuro e inizia a trasportare oggetti da un posto all’altro. E’ in grado di bere da una tazza con aiuto, inizia ad usare il cucchiaino.
INTERAZIONE E COMUNICAZIONE
La comprensione del linguaggio si sviluppa molto rapidamente e intorno all’anno il bambino comprende in media 100 parole. In questa fase la comprensione è maggiore della produzione verbale. Il bambino inizia a pronunciare le prime parole e a usare dei suoni specifici per riferirsi a determinati oggetti. Prova ad imitare i suoni e le parole che gli vengono dette. Comprende dall’intonazione lo stato emotivo di chi parla. E’ in grado di rispondere a semplici istruzioni e di portare alcuni oggetti su richiesta. Compare il gesto deittico, ovvero il bambino usa il dito indice per indicare ciò che vuole. Esprime chiaramente le proprie scelte, sa scegliere ciò che vuole tra due o tre oggetti. Compaiono il “Sì” e il “NO” gestuali, perciò il bambino muove la testa per esprimere se è d’accordo o no.
IL GIOCO
Il gioco del bambino diventa sempre più articolato. Il bambino usa gli oggetti in modo più funzionale: fa una torre piccola con i cubi, riconosce alcuni animali e ne imita i versi, tira la palla all’altro, si va a nascondere e ama essere rincorso. Ricerca tane e rifugi, si affeziona di più ad alcuni giocattoli. Sfoglia i libri, li porta al genitore per leggerli. Gli oggetti di uso quotidiano vengono usati in modo appropriato, come ad esempio la spazzola per pettinarsi, il telefono per telefonare, il bicchiere per bere. Ama travasare, sposta oggetti da un contenitore all’altro, usa strumenti diversi, sperimenta le diverse sensazioni tattili. Ascolta i suoni e li discrimina bene anche in assenza dell’oggetto visibile (es. porta che si chiude, l’acqua che scorre, l’ambulanza etc.). effettua il gioco di scambio con l’altro e lo coinvolge nei propri giochi. Può iniziare, verso l’anno, a riprodurre per finta azioni quotidiane sull’altro o sul bambolotto (es.fa finta di dar da mangiare alla mamma o al bambolotto).
Un appunto del PRENATAL TUTOR
Vorrei portare l’attenzione del genitore su una tappa di sviluppo fondamentale. Forse l’unica che nella primissima infanzia dovremmo attenzionare rispetto alla sua acquisizione entro una certa epoca.
Verso i 9-12 mesi di età, i bambini dimostrano di essere in grado di produrre il gesto di indicazione, il bambino estende il braccio e contemporaneamente con il dito indice indica una persona un oggetto o una scena.
La funzione comunicativa di tale gesto può essere duplice: per richiedere un oggetto desiderato – intenzione richiestiva –, o per condividere con altri l’interesse o l’attenzione su un evento esterno – intenzione dichiarativa
Questo gesto è definito tecnicamente POINTING.
Secondo alcuni autori il gesto di indicazione con funzione richiestiva compare circa tre mesi prima di quello con funzione dichiarativa (Perucchini, 1997), e le differenze non sarebbero solo funzionali, ma anche strutturali: mentre l’intenzione richiestiva riflette semplicemente un’aspettativa del bambino circa il comportamento dell’adulto, l’intenzione dichiarativa implica l’identificazione dell’interlocutore come soggetto intenzionale, capace di intrattenere relazioni psicologiche con l’ambiente esterno, come, ad esempio, provare interesse, commentare e condividere un’esperienza, ovvero la nascita dell’intersoggettività.
Secondo l’antropologia evoluzionista, il sistema motivazionale della collaborazione è visibile nei bambini a partire da 9 mesi di vita. È grazie a questo sistema che siamo capaci di condividere le nostre intenzioni ed obiettivi con i nostri simili.
L’assenza a 12 mesi di gesto di indicazione richiede sempre un consulto con uno specialista, in prima battuta il pediatra.
Non è tanto la mancanza del gesto che è indice di un funzionamento atipico ma quanto la scarsità di gesti che richiedono attenzione condivisa ( io riconosco te come soggetto che condivide i miei interessi e ti mostro qualcosa che può interessare entrambi)
Queste ‘abilità’ sono riconosciute anche come precursori della Teoria della Mente, quella capacità che non sarà completamente sviluppata sino ai quattro anni di attribuire stati mentali a sè ed agli altri.
LAURA UGEL
Neuropsicomotricista
Laureata in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva
Specializzata in Idrokinesiterapia e Mediatrice Feuerstein
Lavoro presso il mio studio:
Via Torino 10, Leinì (TO)
Via Avigliana 14, Torino
Neuropsicomotricista
Specializzata in Idrokinesiterapia e Mediatrice Feuerstein
Lavoro presso il mio studio:
Via Torino 10, Leinì (TO)
Via Avigliana 14, Torino
Un giorno ho letto una frase semplice quanto potente… se anche noi seminassimo rose nello stesso giorno non sboccerebbero tutte nello stesso momento.
Quando i nostri bimbi saranno pronti per qualcosa lo saranno indipendentemente che i fratelli o gli amichetti lo siano stati prima o dopo, ogni essere umano è unico ed irripetibile.
Quando abbiamo dei dubbi rivolgiamoci serenamente al pediatra, e poi rilassiamoci, diamo tempo alla nostra bambina di fiorire.
Quello che è importante ricordare è che lo sviluppo dei bambini avviene per tappe e normalemte per balzi.
Questi balzi non sempre sono costantemente in avanti, anzi capita spesso che quando il nostro bambino acquisisce una nuova competenza necessiti di rassicurazioni e conforto, e quindi potrà sembrare che in qualche altro ambito ‘regredisca’… no non sono regressioni, si sta solo assincerando che nonostante il suo passetto verso l’autonomia contunua ad essere al sicuro, perché la vostra presenza e disponibilità continuano ad essere garantite.
Lo sviluppo del bambino è qualcosa di naturale e universale, in tutto il mondo, e in tutte le culture i bambini raggiungono le tappe descritte nello stesso periodo, è qualcosa di naturale che fa parte del bagaglio culturale dell’Uomo. Ma allo stesso modo alcune azioni dei genitori e degli adulti che circuitano nella crescita del bambino possono favorire uno sviluppo armonioso. Fondamentale è riconoscere il bambino come capace e competente dalla nascita (anche prima in realtà); inoltre è importantissimo avere sempre presente che il bambino per quanto piccolo capisce! I bambini sanno fare tantissime cose già da appena nati e capiscono tutto!
In secondo luogo per favorire lo sviluppo é bene mettere il bambino in situazioni favorevoli e stimolanti per la sua crescita, per esempio è importante che il bambino stia per terra fin dai primissimi mesi, su superfici dure ma che attutiscano i colpi come un tappeto sopra il pavimento.
Seguire il suo sviluppo motorio e favorirlo significa anche permettere di assaggiare tutto, per i bambini mettere in bocca le cose è un modo per conoscerle, é normale e utile che ettaro tutto in bocca.
Con bambini più grandicelli si può favorire lo sviluppo motorio predisponendo piccoli ma anche solidi appoggi affinchè il bambino si possa aggrappare per sollevarsi e sperimentarsi nella posizione bipede. Inoltre è molto importante lasciare il bambino libero di muoversi nello spazio.
Per sostenere lo sviluppo del linguaggio é importante leggere e introdurre canzoncine nella quotidianità della giornata, il ritmo, le rime e le storie aiutano il bambino ad aumentare il suo vocabolario ed ad associare suoni agli oggetti che identificano.
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Assistere alla crescita e allo sviluppo del proprio bambino è una delle meraviglie di diventare genitore…
Ogni giorno una nuova competenza, una nuova scoperta, ed è incredibile pensare come tutti i bambini, in qualsiasi parte del mondo ed in qualsiasi contesto, seguano sempre le stesse tappe principali di sviluppo. Se da un lato la capacità di stimolare e supportare il proprio bimbo in questo percorso è innata in ogni mamma o papà, e non necessita di tanti studi e preparazioni a riguardo, dall’altro avere una conoscenza di quali sono e quando avvengono le principali tappe è uno strumento prezioso a disposizione dei genitori. Possono sentirsi infatti più sicuri e più precisi negli stimoli che offrono al loro bimbo, e diventano in grado di riconoscere precocemente qualsiasi intoppo in questo sviluppo. Il riconoscimento precoce è indispensabile per un intervento mirato precoce, efficace in moltissime situazioni di ritardo o problematiche di sviluppo.