LO SVILUPPO DELLA MANO NEL PRIMO ANNO DI VITA

nascita

L’evoluzione dello sviluppo della prensione come prerequisito alla manipolazione

sviluppo-mano

INDICE

INTERVENGONO

Alla nascita: il riflesso palmare

Alla nascita le mani sono dominate dal riflesso di prensione palmare, uno dei riflessi primitivi e arcaici che caratterizzano il neonato. Questi riflessi sono già presenti nella vita intrauterina e sono fondamentali e necessari per la sopravvivenza in utero e alla nascita. Il riflesso di prensione palmare si evoca mettendo un dito o un oggetto nel palmo del neonato dal lato del mignolo; a questa azione corrisponde la chiusura immediata di tutta la mano del bambino. La prensione palmare è presente a partire dalla 28° settimana di gestazione ed è valida dalla 32°.

Questo riflesso inizia gradualmente a regredire dalla fine del primo mese di vita e non deve più essere presente dal terzo mese. La scomparsa di questo riflesso lascia gradualmente spazio allo sviluppo della prensione spontanea e alla maturazione delle capacità motorie fini.

2-3 mesi

A quest’età le mani e le braccia di muovono in maniera asimmetrica. Lo sviluppo motorio procede con lo sviluppo sensoriale e verso i 3 mesi il bambino inizia a tenere le mani sulla linea mediana giocando con esse e percependole. Sempre in questa fase le mani non sono più chiuse e il bambino inizia a portarsi alla bocca singole dita per conoscersi e confortarsi. A 3 mesi é capace di tenere un oggetto in mano ma non è ancora capace di prenderlo o lasciarlo volontariamente.

4-6 mesi

Le mani si muovono ora in modo simmetrico. Usa la mano per portare volontariamente l’oggetto a sé usando un movimento grossolano a partenza dalla spalla, come se “rastrellasse”. La presa in questa fase é cubito-palmare, ovvero principalmente con anulare e mignolo flessi verso il palmo della mano.

7-8 mesi

Le braccia possono ora muoversi in modo indipendente. Il movimento del braccio inizia a specializzarsi e il bambino è ora in grado di utilizzare anche il gomito spostando così la mano avanti e indietro. Il braccio compie un movimento parabolico per raggiungere l’oggetto. La presa inizia a specializzarsi e diventa radio-palmare/palmare o con tutta la mano con il pollice che acquisisce la capacità di adduzione e viene flesso e schiacciato contro le altre dita per afferrare. In questa fase il bambino impara a lasciar andare volontariamente l’oggetto e inizia ad anticipare, ovvero ad adattare la presa alle caratteristiche dell’oggetto che vuole afferrare.

9-12 mesi

Il movimento del braccio si specializza, l’approccio all’oggetto avviene in modo diretto e sono coinvolte tutte e tre le articolazioni (spalla-gomito-polso). Il pollice acquisisce anche la capacità di opposizione e la presa del bambino si specializza sempre di più e diventa digito-digitale fino a raggiungere la presa a pinza.

Conclusioni

Intorno ai 12 mesi lo sviluppo della prensione è completo. Soprattutto nel primo semestre di vita, durante il quale il bambino non effettua ancora spostamenti autonomi, la prensione e la manipolazione sono le principali modalità che può utilizzare per entrare in relazione con l’ambiente e apprendere. Completato lo sviluppo della prensione il bambino inizia poi a manipolare, ovvero a scoprire le caratteristiche degli oggetti, a modificarli e a compiere delle azioni.

Attività e Giochi per crescere

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O

Cosa dice l’Osteopata

GAIA ELISABETTA GRAZIANO

La mano è il modo che hanno i bimbi per esplorare il mondo, poiché ricordiamo la loro visione non è affidabile essendo in sviluppo. I bimbi nascono quasi ciechi: il primo gesto che compiono dopo il piano è l’attaccamento al seno della mamma. Quindi è con questo gesto della suzione che imparano a portarsi oggetti alla bocca per conoscerli.

La crescita e l’esplorazione permettono di affinare i movimenti per il bimbo e per il genitore di imparare a vedere come si muovono i propri figli. Ogni fase ha il proprio sviluppo che deve esserci e se ad esempio intorno all’anno non c’è l’accenno alla presa a pinza della mano è il caso di chiedersi cosa non vada in un riflesso neuro-motorio. Ogni caso è a sé ed è il caso anche di ricordare che i bimbi nati prematuri hanno i tempi “sfalsati” quindi non è il caso di preoccuparsi troppo se ci mettono tempo in più per arrivare ad una certa fase: sono nati prima, quindi sono qualche mese indietro con lo sviluppo!

P

Cosa dice il Prenatal Tutor®

Barbara Durand

La natura ha organizzato ed orchestrato tutto perfettamente per garantire la sopravvivenza.

Il riflesso di prensione del neonato ci suggerisce che nel passato i cuccioli d’uomo siano sempre stati portati a stretto contatto, spesso ‘indossati’ e questa presa lo osserviamo ancora nei primati, permette di attaccarsi al pelo o alla pelliccia.

Sebbene non siamo più coperti di peli… è molto probabile che il bisogno antico dei nostri cuccioli di stare  a stretto  contatto con l’adulto che garantisce la loro sopravvivenza abbia a che fare con altri bisogni di sviluppo.

Siamo un sistema complesso in continua evoluzione da dentro a fuori e viceversa.

Pensiamo che il cervello e tutto il sistema nervoso del bambino è al massimo della sua plasticità nei primi anni di vita… il suo riflesso di prensione ci suggerisce un bisogno di vicinanza più che un atteggiamento distale.

Quindi possiamo con leggerezza abbandonare i pregiudizi su ‘vizi’ o ‘cattive abitudini’ del tenere ‘troppo i bambini in braccio’, del tenerli ‘troppo accanto a noi’…

Stiamo assecondando un bisogno fisiologico che per milioni di anni ha garantito la nostra sopravvivenza. 

L’uso delle fasce o dei marsupi può agevolare molto il sostegno di questo bisogno di contatto continuo e permettere comunque a chi porta una certa indipendenza ed autonomia.

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