QUALI SONO LE CONSEGUENZE SULL’ALLENAMENTO IN GRAVIDANZA?
Spieghiamo cos’è la lassità legamentosa in gravidanza
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CHE COS’È LA LASSITÀ LEGAMENTOSA
Durante la gravidanza, i cambiamenti ai quali il corpo della donna va incontro sono tanti, e tra questi vi è la lassità legamentosa.
L’ormone relaxina, prodotto dalle ovaie e dalla placenta, è responsabile del rilassamento dei legamenti, e ciò è fondamentale per far si che il cingolo pelvico si adatti e fornisca spazio all’utero che cresce. Spesso a questo ormone si associano i vari dolori accusati in gravidanza, tra cui i dolori alla colonna vertebrale, in particolare nella zona cervicale e lombare.
La sensazione di instabilità articolare, soprattutto a livello delle articolazioni sacro-iliache (tra il bacino e l’osso sacro) e della sinfisi pubica, potrebbe essere particolarmente marcata.
Questo ormone è presente con livelli più alti nel primo trimestre e durante il parto e, nonostante non si sappia di preciso quali siano i valori dopo il parto, è certo che la relaxina rimane nel corpo della donna tra i 4 e 9 mesi post parto.
QUALI SONO LE CONSEGUENZE DURANTE GLI ALLENAMENTI IN GRAVIDANZA
É ormai noto che fare movimento, con consapevolezza, in gravidanza sia fondamentale. Sapendo che il pelvi e tutte le articolazioni sono meno stabili, e gli addominali sono proiettati in avanti rispetto al loro allineamento ideale, si dovrebbero scegliere esercizi che salvaguardino e creino supporto al corpo, piuttosto che aumentare il rischio di infortuni.
Per donne che praticano sport intensi, a livello agonistico, e con carichi elevati, bisogna porre una particolare attenzione all’esecuzione degli esercizi, prediligendo la forma rispetto alla velocità.
CONSIGLI PRATICI
Il consiglio principale, come già accennato, è quello di diminuire i carichi di lavoro, prediligere quindi esercizi a corpo libero, utilizzare elastici e attrezzature in sospensione (come ad esempio il TRX), e modificare gli allenamenti andando a ricercare una buona forma nell’esecuzione dei singoli esercizi.
Per le donne che prima della gravidanza non praticavano sport, e quindi con meno esperienza nella pratica sportiva, le precauzioni saranno maggiori rispetto ad un soggetto allenato. Data questa lassità dei legamenti e quindi l’ipermobilità articolare, basterebbe un piccolo errore nell’esecuzione dell’esercizio per causare un infortunio.
A livello pratico consiglierei di evitare sollevamenti ripetitivi, soprattutto durante il primo trimestre, ed evitare esercizi che, a causa dell’instabilità articolare, possano causare perdita di equilibrio e quindi il rischio di cadute, o distorsioni.
Inoltre, consiglierei di limitare quegli esercizi, anche a corpo libero, in cui il peso va a gravare maggiormente su un’articolazione, invece di essere distribuito uniformemente sul resto del corpo.
La gravidanza è un evento assolutamente naturale per la donna, nel periodo della gestazione il corpo è sottoposto a una serie di modificazioni che coinvolgono tutti i sistemi, anche il sistema muscolo scheletrico e posturale. La lassità legamentosa dovuta a un aumento di relaxina e progesterone costringe i muscoli a un sovraccarico di lavoro dando così origine a una sintomatologia algica. Ma tutto ciò è considerato normale.
Non dimentichiamoci però che esiste la sindrome da ipermobilitá che non è considerata normale, bensì patologica.
La sindrome comporta
- dolore cronico delle articolazioni e una precocità artritica,
- nonché la difficoltà nella guarigione da ferite e malattie,
- oltre ad una serie di problemi che possono riscontrarsi soprattutto durante una gravidanza. Di quest’ultimo gruppo fa parte la possibile rottura prematura delle membrane e dell’utero.
- L’ipermobilità, tra l’altro, agisce sui muscoli pelvici, rilassandoli più facilmente specie durante la gravidanza. Un fattore che sta a significare soltanto una cosa: pericolo di parto anticipato.
Per fortuna se soffriamo di questa sindrome lo sappiamo ben prima di rimanere incinta e dunque avremmo preso le giuste precauzioni soprattutto in preparazione alla gravidanza un corretto mantenimento dell’attività fisica migliora questa patologia perché non la fa degenerare.
Nella considerazione del movimento che si vuole proporre a una mamma in gravidanza c’è sempre anche una ricerca sul passato. Su una futura mamma che è sempre stata sedentaria si faranno certe proposte molto differenti da una ragazza che arriva da un mondo più sportivo, magari considerando anche l’ambito dell’agonismo.
Con donne soggette a carichi molto alti, si consiglia anche solo di diminuire il carico, poiché il loro corpo è abituato a un certo tipo di lavoro. Ogni considerazione va comunque fatta sul soggetto che si ha davanti, con relativi problemi, se ci sono, e storici.
Non è raro trovare nelle atlete con addome ben sviluppato, ad esempio, conseguenti problemi post parto come diastasi dell’addome. In tal caso, è consigliato più un certo lavoro, magari aerobico, come camminata o corsetta leggera, piuttosto che lavoro a secco con carichi e ripetizioni di esercizi specifici.
Sia in un caso di donna sportiva che sedentaria è comunque consigliato di svolgere l’attività più corretta nel suo caso per sostenere il cambiamento del corpo nei mesi della gravidanza.
In molti casi, anche solo la camminata, stimola l’attività metabolica aiutando anche il situazioni di stitichezza o gonfiori alle gambe poiché il movimento del passo stimola la pompa plantare in un concetto circolatorio. Dove è possibile, con ginnastica specifica, si riducono situazioni dolorose come lombosciatalgie e sviluppando un corretto controllo della muscolatura addominale in combinata con esercizi respiratori diaframmatici si migliora il controllo della spinta durante il travaglio.
Il corretto esercizio per voi sarà indicato solo da un/una professionista del settore!
Ogni professionista di True story Mam esprime il proprio punto di vista, ma la coppia mamma-bambino è unica. Mamme fate le giuste considerazioni, non siete mai inadeguate.
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