SALUTARSI È IMPORTANTE
Abbracciami forte, abbracciami ancora, dimmi che vai e che tornerai.
SALUTARE? MA PERCHÈ?
Un momento spesso complesso e vissuto come ansiogeno è il distacco dal proprio bambino, che esso venga lasciato ad altri parenti o al nido salutare prima di andare via è sempre qualcosa che mette in difficoltà ma è necessario. Erroneamente si pensa che il saluto sarà seguito da un pianto e che invece andando via di nascosto garantiamo la serenità del bambino, che poi ignaro, invece, si troverà senza genitore e senza capire.
Non possiamo immaginare che staccarsi da un genitore o da un adulto di riferimento per un bambino sia semplice e nemmeno evitare che pianga o manifesti disagio ma possiamo evitare di creare in lui angosce e paure infondate.
Sparire senza dare spiegazioni genera solo ansia nei bambini, rabbia, incomprensione e un grande senso di abbandono. Il bambino che non si trova più la persona a cui vuole bene può pensare di aver commesso qualcosa di così sbagliato da far allontanare la persona, può sentirsi non meritevole, colpevole, triste, arrabbiato per la sparizione e anche molto spaventato, non sa se e quando la persona tornerà.
Parlare al bambino, raccontargli che ora vi saluterete, che lui rimarrà per qualche tempo con i nonni, la zia o al nido e che poi presto, appena sarà possibile tornerete da lui e vi ritroverete… è certamente la cosa migliore che possiate fare per lui.
Prevedere la separazione, parlarne e agire con un saluto dà fiducia al bambino, immaginare che la mamma (o chi per lei) va e poi torna lo rassicurerà.
Si può parlare anche del dispiacere che procura il doversi separare, così che il bambino si senta riconosciuto anche nella difficoltà, é difficile e triste per tutti separarsi da qualcuno anche solo per breve tempo ma è anche necessario, meglio riconoscere la tristezza e la rabbia senza sentirsi in colpa.
IL RITO DEL SALUTO
Il saluto se ripetuto diventerà via via più fluido, si rafforzerà l’idea che le separazioni sono seguite da ricongiungimenti e diventerà più tollerabile la separazione; questo sarà ancora più semplificato se si riesce a creare un piccolo rito di saluto, diverso per ogni persona: la mamma saluta in un modo, il papà in un altro e la nonna in un altro ancora, ma sempre uguale e ripetuto nel tempo.
Creare una routine del saluto significa ripetere una serie di gesti, di azioni, ogni volta uguali che poi terminano con la separazione. È importante quindi che al saluto venga dedicato il giusto tempo, un “ciao” furtivo già girati di schiena non è un vero saluto. Per esempio ritagliarsi qualche minuto prima di salutarsi per leggere insieme un libretto, salutarsi alla porta e poi ancora dalla finestra, creare una sequenza propria da ripetere ogni volta (per esempio un abbraccio un bacio, un “batti il 5”), salutarsi con una frase piccola sincera da ripetersi ogni volta…. O altri infiniti modi… non importa come, non c’è un modo unico e perfetto per tutti, ma importa che ci sia un modo, ripetuto: un vero e proprio rito del saluto, che in quanto rito è anche un po’ sacro.
La ripetizione porta prevedibilità e la prevedibilità per i bambini è rassicurazione, se ripetiamo sempre lo stesso modo il bambino saprà già che si sta per separare, lo prevede, il saluto così non é più una cosa imprevista e angosciosa.
Anche con i bambini molto piccoli è importante prepararsi al saluto con parole e gesti, il bambino forse non avrà una chiara comprensione a livello cognitivo di ciò che sta per accadere ma certamente avrà una comprensione emotiva.
La prevedibilità e la ripetizione nel saluto rafforzeranno nel bambino il senso di sè capace di separarsi e di essere un po’ indipendente e migliorerà il modo in cui il bambino vivrà le esperienze quotidiane. Dal modo in cui il bambino riesce a superare i suoi primi distacchi si elaborano sicurezze per la vita futura e si costruiscono salde fondamenta dell’identità, in questo noi adulti possiamo aiutare il bambino ad avere dei distacchi sereni e rassicuranti tramite un saluto appunto rituale, speciale e unico.
È ORA DI DIRSI “CIAO!”
Stabilito che salutarsi è importante anche il modo lo è.
Per prima cosa consiglio che i saluti avvengano con gradualità, necessitano di tempo e attenzione le prime volte soprattutto.
Poi è importante che gli adulti si pongano con serenità al momento del distacco, con sorrisi e parole rassicuranti affinchè all’ansia del bambino non si sommi anche l’ansia dell’adulto.
Spiegate come e perché andate via e ripetetelo, non basta dire le cose una volta sola, ai bambini serve ripetere le cose affinché le percepiscano come vere, la ripetizione è rassicurante.
Create il vostro momento rituale con una coccola o gesti particolari.
Dimostrate fiducia verso chi terrà il bambino e verso il bambino stesso, ditegli che sapere che lui ce la potrà fare a stare qualche tempo senza di voi.
Parlate anche di voi e anche del vostro dispiacere, ma annunciate anche che poi vi ritroverete e vi potrete raccontare tutte le cose fatte mentre non eravate insieme.
E infine salutate e andate!!!
Ebbene si anche questo va tenuto in considerazione il rito deve essere un momento di qualche minuto, il protrarsi del saluto nel tempo staccarsi e riavvicinarsi e staccarsi di nuovo non aiuta. Una volta previsto e attuato il saluto separatevi, anche se il bambino mostrerà disagio e disperazione… il tira e molla non funziona quasi mai e nemmeno nei saluti.
SALUTIAMO IL MONDO
Per i bambini è importante non solo essere salutati ma anche salutare, congedarsi da giochi, luoghi e persone.
Forse vi farà sorridere ma per loro tutto ha vita quindi che siano oggetti o persone poco cambia. Per esempio salutare i giochi del parco prima di lasciarlo per tornare a casa li aiuterà nel passaggio, così come salutare la casa delle vacanze o il mare se non lo vedremo per tanto tempo, anche il gioco preferito va salutato tutte le mattine per andare a scuola senza.
Salutare significa che si tornerà che ci si rivedrà, salutare vuol dire “arrivederci”, non salutare è vissuto come “addio”.
Se loro sono meritevoli di essere salutati anche il loro mondo lo è così congedarsi e separarsi da luoghi e oggetti sarà più semplice.
Il momento del distacco e il restare lontani dal proprio figlio possono essere fonti di preoccupazione per il genitore.
“Starà bene senza di me?”, o “Starò facendo la cosa giusta?” sono esempi di pensieri molto comuni soprattutto nei primi anni del bimbo che, se non affrontati, possono essere colti anche dal piccolo, rendendo l’evento doppiamente critico: alla fatica fisiologica del bambino si aggiunge quella dell’adulto e l’una alimenta l’altra in un circolo vizioso.
Partiamo da un elemento fondamentale: indipendentemente dal motivo per cui ci assentiamo, che sia legato al lavoro o meno, non stiamo facendo un torto a nessuno. Non c’è nulla di sbagliato nel pianificare dei momenti in cui sia un’altra persona a prendersi cura del nostro piccolo!!
Questo vale anche nei primi mesi del bambino: direi che questo discorso è fattibile generalmente dai due mesi di vita in poi.
Da quando è nato, il suo mondo è costituito principalmente dai suoi genitori per cui è normale una sua reazione di protesta, ma questo non comporta il fatto che il suo mondo relazionale non possa essere pian piano allargato!
Esattamente come succede nell’inserimento all’asilo, che prevede una fase di presenza del genitore nella struttura insieme al bimbo, anche quando si ha intenzione di affidarlo ad un* nonn*, un* zi* o anche ad una figura esterna come una babysitter è importante prevedere un periodo di graduale inserimento in modo tale che il bambino possa trascorrere inizialmente dei momenti di gioco e scambio che prevedano la presenza della persona che si occuperà di lui INSIEME alla mamma e/o al papà.
Questo è utile:
- per il bambino, che inizia così ad includere nella sua quotidianità un’altra figura
- per chi si occuperà del bimbo, che impara così a conoscerlo nelle sue abitudini, nel suo modo di manifestare le proprie necessità, nelle modalità da lui preferite per calmarsi etc…
- per il genitore che, vedendo che il bambino si riesce a trovare bene anche con l’altra persona, può fidarsi e trasmettere questa fiducia implicitamente al bimbo.
In questo modo, il saluto potrà essere vissuto con maggiore serenità da tutte le parti coinvolte e costituirà un momento importante nel dare senso a quello che succede.
Può essere utile anche non trascurare il momento del ricongiungimento una volta rientrati a casa prevedendo, prima di occuparsi di altro, un tempo dedicato in maniera esclusiva al bambino.
Un gioco particolare, il contatto e le coccole, il racconto dell’adulto di cosa ha fatto e il farsi raccontare da chi si è preso cura del bimbo e dal bimbo stesso in base alle sue possibilità comunicative cosa hanno fatto durante l’assenza potranno diventare un rito di ricongiunzione.
Infine, non dimentichiamoci che anche l’altra persona va salutata!
Salutare sempre… sparire mai!!
Per i bambini fino almeno al primo anno di vita gli oggetti e quindi anche le persone che non vedono sono spariti.
Questo processo, noto come permanenza oggettuale impegna circa un anno per arrivare al suo compimento, ovvero affinché i bambini a livello cognitivo comprendano che quello che non vedono continua ad esistere.
Immaginate quindi già di quale stato di imprevedibilità sia intriso il loro mondo, motivo per cui la routine diventa importante per diminuire questo senso di incertezza che naturalmente vivono.
Tra i 9 e 12 mesi questi processi si sta affinando, a volte sembrano aver afferrato, altre volte no, potete comprendere bene clikkando qui.
Salutare sempre finti aiuta nell’acquisizione cognitiva di questa competenza, oltre che sotto l’aspetto emotivo a fidarsi di noi. È vero il pianto ci potrebbe portare ad allontanarci spesso di nascosto, ma proviamo ad immedesimarci : siete ad una festa con persone che non conoscete e la vostra migliore amica con cui siete arrivate sembra sparita… riuscite a concentrarvi sul fare nuove amicizie?
Il/la vostr* partner normalmente rincasa alla 8 di sera, sono le 11 e non avete notizie… riuscite a guardarvi la vostra serie preferita in totale relax?
Ora immaginate il/la vostr*bambin: siete uscit* di casa mentre giocava senza salutarl@…. con quale stato emotivo starà fino al vostro rientro?
Quante volte vediamo genitori presi dalla fretta che si dimenticano di salutare i propri figli prima di andare via!?
Penso che il saluto, ed il rito che lo accompagna, sia particolarmente importante durante l’inserimento in asilo.
Stabilire subito una routine rassicura il bimbo che il genitore tornerà. Inoltre, ora che indossiamo mascherine e ci distanziamo, é ancora piu importante trovare nuovi modi per salutare i bambini. Mai come ora, il contatto visivo é indispensabile.
Cosa dice la Mam to Mam
Esperienza di Mamma
Premetto che l’inserimento all’asilo della mia bambina è andato molto bene ed è stato molto facile, questo mi ha aiutato a imparare a salutare la mia bambina sempre senza paura. Un giorno ero con mia nonna e dovevo lasciarle mia figlia per circa una mezz’ora.
Quando mia nonna mi ha vista mettermi la giacca,mi ha detto:”fai svelta ed esci senza farti vedere”. Non mi era veramente mai venuto in mente di “scappare” così da mia figlia, proprio perché ha sempre reagito bene al distacco.
Mi sono venuti i capelli dritti ad una richiesta del genere.
Ovviamente non l’ho ascoltata, sono andata da mia figlia, l’ho abbracciata, baciata e salutata dicendole che sarei tornata presto.
Noi abbiamo preso l’abitudine di salutare anche i giochi prima della nanna della notte. Li mettiamo a posto e diciamo buonanotte.
Per quanto riguarda il peluche/doudou preferito, siamo fortunati perché all’asilo ce lo fanno portare tutti i giorni e quindi non lo salutiamo mai.
Inoltre il papà parte molto spesso per lavoro, e si allontana continuamente diversi giorni. È stato fondamentale ogni volta il rito del saluto e l’avviso del suo rientro il giorno primo ed il giorno stesso del ritorno in casa.
Ogni professionista di True story Mam esprime il proprio punto di vista, ma la coppia mamma-bambino è unica. Mamme fate le giuste considerazioni, non siete mai inadeguate.
Le nostre letture consigliate
I tre piccoli gufi
La dolce storia di una mamma che si allontana e viene attesa dai suoi piccoli fino al suo ritorno. Con parole semplici introduce il tema della nostalgia e dell’attesa. È un libro che può aiutare una mamma quando dovrà lasciare il proprio bimbo per rientrare a lavoro, o per altri motivi. È una storia che insegna ad aspettare e che da la possibilità di sapere che chi si allontana poi ritornerà.
Zeb e la scorta di baci
Quanto può essere importante un gesto semplice come un bacio. Il bacio può significare tante cose, nel momento del saluto è ciò che rende la separazione meno… Una lettura per i genitori che stanno affrontando le prime separazioni, come l’inserimento al nido.
È in libro bellissimo che aiuta i bambini a separarsi, a stare un pochino senza genitori. Un libro dolce ed empatico che aiuta a diventare grandi e che suggerisce un modo per stare separati…anche ai nostri bambini una piccola scorta di baci nelle tasche può servire.